Commerciante ucciso a martellate, assolto Omo Robert: non era capace di intendere

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AVELLINO- Assolto perché non era imputabile al momento della commissione del delitto, applicata pero’ nei suoi confronti, data la pericolosita’, una misura di sicurezza in Rems per un periodo minimo di dieci anni. Pochi minuti fa il presidente della Corte di Assise di Avellino Gianpiero Scarlato ha letto dopo una camera di consiglio durata quasi un’ora il verdetto nei confronti di Omo Robert, Il venticinquenne nigeriano, difeso dal penalista Nicola D’Archi, che era imputato di omicidio aggravato da futili e abietti motivi, tentato omicidio con le stesse aggravanti e per il furto dei due martelli. La mattinata di ordinaria follia lungo Via Nazionale Alvanella nel luglio del 2022 era iniziata quando Omo, già reduce da un’aggressione ad un volontario della Caritas aveva raggiunto a piedi la località di Monteforte. E una volta all’interno del Beautiful City, il negozio gestito da anni dalla vittima Gao Yuancheng, prima aveva colpito il quarantenne bulgaro che si trovava vicino alla cassa e poi si era accanito contro entrambi mentre erano ancora a terra. Per Gao Yuancheng non c era stato nulla da fare, Krasimir invece dopo una lunga degenza al Moscati si è salvato dagli effetti della furia omicida del nigeriano. L’uomo era stato bloccato dai residenti della zona, due operai della Giordangomme e dai Carabinieri della Compagnia di Baiano. Una tristissima pagina per la scomparsa del commerciante, che aveva lasciato moglie e due figli, molto apprezzato nella cittadina dell’hinterland avellinese.

LE DISCUSSIONI IN AULA
Il Pubblico Ministero ha concluso chiedendo l’assoluzione dell’imputato, ma io mi auguro che non sia così. Certamente ci sono due perizie psichiatriche contrastanti, ma non si è parlato della gravità del gesto. L’efferatezza del comportamento di Omo potrebbe far pensare a una follia”, ha dichiarato l’avvocato Ivo Ferrara, difensore di parte civile. “Noi, come operatori del diritto, non possiamo prescindere dall’omicidio, dal tentato omicidio e dalla rapina impropria. L’imputato ha rubato un martello e per salvarsi è fuggito via. Dalle telecamere viene ripresa una verità storica: un omicidio in diretta. Alle 7:50 il mio assistito entra nel negozio, perché doveva iniziare a lavorare. All’epoca, perché ora non lavora più. Era un giardiniere e ora è assolutamente inabile al lavoro. A un certo punto, la vittima è dietro la cassa, il mio assistito appoggia il materiale che voleva acquistare. Omo era nella corsia dei martelli. Li maneggia, ci gioca. Perché lo ha detto: ‘io devo portare a termine la mia vendetta’… e lo ha fatto. A un certo punto l’imputato si è reso conto della vicinanza di Gao e ha un gesto indifferente, come a non farsi notare. Poi ha uno scatto repentino. Gao gli fa un gesto evidente, che se ne deve andare dal negozio. A quel punto il mio assistito pone una mano sulla spalla di Gao, dicendogli di lasciar perdere. Dopo, l’imputato passa davanti al bancone del negozio, finge di guardare un oggetto e si dirige verso la corsia numero 3, dove stavano i martelli. Ne brandisce due e con uno scatto repentino colpisce il mio assistito alla nuca. A questo punto Gao si scaglia contro l’imputato. L’imputato ha risposto alle domande dei periti. Questo fa capire ai periti che l’imputato è capace di intendere e volere. Questi sono fatti, sono dati, io non sto inventando nulla. Come si può ignorare tutto questo? Omo Robert sta nel nostro paese ma non è stato capace di integrarsi, è stato cacciato ovunque. Entra in un negozio ed è stato cacciato. Giorno dopo giorno, in Omo Robert, alberga la rabbia. Omo Robert è un reietto della società. Io chiedo che venga condannato per ciò che ha fatto. Confidiamo nella giustizia”. Lunga la discussione anche del penalista Costantino Sabatino: “Mi ero ripromesso di non proferire parole su quanto accaduto, anche per l’evidenza dei fatti. Su questo non ho nulla da dire. Questo è un permesso che noi abbiamo iniziati poco più di un anno fa, nel maggio 2023 in un clima di enorme serenità nonostante l efferatezza del reato e il dolore della famiglia del povero Gao. Una famiglia distrutta, perche’ una famiglia normale si è dovuta confrontare. Abbiamo questa relazione peritale del dirigente dell Asl che è un riscontri di thttw le visite e i controlli relative alle valutazioni che da sempre hanno afflitto l imputato. Nonostante il parere contrario di queste difere ce una perizia in cui si arriva ad esiti diametralmente opposti. Ma come ci si arriva? Le dottoresse Bruno e Votino hanno verificato alcuni documenti, la certificazioni del carcere e di un centro, di questo Jonos Medical Center della Nigeria. Ma nella relazione sanitaria del 18 marzo 2024 e la cartella clinica del centro psichiatrico sono dati di fatto. La valutazione a modestissimo è sommessissimo avviso ha delle criticità. Il punto fondamentale è la fase di scompenso e di compenso a cui si può trovare il soggetto. Rispondendo alle domande di tutte le parti la dottoressa : probabilmente quando è stato visitato dal dottore Ruggiero era in una fase di compenso e quando ho fatto la visita era in una fase di scompenso. A me che sono un ignorante in materia ma piace farsi delle domande. Ma come si fa a dire che all’epoca dei fatti, nel luglio 2022, Omo Robert fosse in una fase di scompenso o di compenso. Nella stessa relazione viene messo in evidenza che ci sono momenti lo schizofrenico paranoide ha anche delle fasi in cui sono capaci di intendere. Allora cosa bisogna valutare. Quello che è emerso con certezza è che fosse andato lì per prendere questo maledetto martello e agire nei confronti dell esponente della Caritas. In Omo Robert ci fosse un predeterminato piano, quello di andare nel negozio e prendere un martello. Sono elementi per cui si può ritenere che in quella circostanza ci fosse un disegno preordinato”.“Io chiedo l’assoluzione per il mio assistito”, afferma l’avvocato di Robert Omo, Nicola D’Archi. “È un processo triste, abbiamo visto immagini terribili ma dobbiamo renderci conto di un dato di fatto: la prima consulenza del perito è avvenuta con Omo sedato. All’udienza del 10 gennaio, Omo non si è potuto presentare. Abbiamo i filmati dal carcere. La seconda consulenza, invece, è stata effettuata raccogliendo tutta la documentazione sanitaria, dall’Asl e dal carcere. Agli atti del dibattimento ci sono anche le dichiarazioni della direttrice dell’ufficio “Migrantes”, la quale ha dichiarato che l’imputato è sempre stato agitato e sofferente. Per quanto riguarda il giorno del delitto, dalle telecamere non si evince nessuna premeditazione. Tutto quello che abbiamo agli atti è evidente. Per questo dico che bene ha fatto il secondo perito a farsi consegnare tutti i documenti pregressi. Noi dobbiamo leggere tutto, non soltanto ciò che ci fa comodo. E tra le cose da ricordare, ovviamente, non possiamo trascurare che Robert Omo era stato espulso da Malta dopo aver incassato una condanna a un anno di reclusione per aver abusato sessualmente di una cavalla”.