Comitato Campania: il vero caos è adesso

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Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato stampa del Tour della Verità Campano:

“Turatevi il naso e votate D.C.”: è lo storico motto, coniato da Indro Montanelli, per stornare il pericolo del sorpasso del Partito Comunista, in Italia, all’epoca della guerra fredda. Oggi, in Campania: “Turiamoci il naso e resistiamo!” (in attesa che il duo De Fiore / Gagliano vada a casa). Perché turarsi il naso? Per non percepire lo sgradevole umore di troppi problemi: una terzietà che non è esistita, fin dal primo momento del commissariamento (ma De Fiore prepara la candidatura a Gagliano, o al pupillo di Gagliano, l’ex presidente degli arbitri, Alberto Ramaglia, ad onta di qualche problemino, di qualche anno fa, con un’assistente donna, che gli procurò un’inibizione disciplinare); le nomine per vendetta, forse suggerite da qualche burattinaio, che per antica abitudine si nasconde nell’ombra; il vice commissario, avv. Lucio Giacomardo, che s’è dimesso per mancanza di tempo, per assumere l’incarico (remunerato) di consulente giuridico…

Nei supermercati, prendi tre e paghi uno. Con De Fiore, prendi uno e paghi per cinque! E io pago, diceva Totò e ripetono, oggi, le società del calcio dilettantistico e giovanile campano.

Ma il commissario, a dire il vero, ha provveduto non solo a spendere e spandere (a cominciare dalle proprie personali diarie, sulle quali ritorneremo, dai rimborsi, dai ristoranti, alberghi, taxi e treni ad alta velocità, rigorosamente in prima classe), ma perfino a risparmiare. Udite udite: sul costo delle ambulanze per i raduni delle rappresentative regionali.

De Fiore e Gagliano: decidete pure, ma non a rischio dei giovani tesserati (figli e nipoti di ognuno di noi).

Il De Fiore all’occhiello, oltre al no-ambulanze, è anche un altro: la spremitura delle olive, a mo’ di pubblicità Monini, ai danni delle società inattive, quasi a pretendere (novella Iniquitalia) di cavare olio perfino dal nòcciolo, con un’altra persona per le raccomandate e l’impegno degli uffici. Si sussurra (ai cavalli) che sia stata un’invenzione del consulente Giacomardo, quand’era vice commissario.

Sarà un micidiale boomerang: le società si stanno rapidamente organizzando, pronte a passare al contrattacco con un’azione collettiva che, da quel che si sente in giro, è già stata predisposta da un pool di professionisti campani e capitolini. Finirà che il Comitato, che punta a recuperare qualche centinaia di migliaia di euro, rischierà di risarcirne tanti di più. Ma ci sarà di peggio: Tavecchio dovrà spiegare perché ha salassato le società con i 31 euro a calciatore/calciatrice, che son diventati trentanove, con Calcio Illustrato (che nessuno ha chiesto), con l’osservatorio sulla violenza, con la gabella del Centro Elaborazione Dati della L.N.D., con le misteriose spese istituzionali, con una serie di addebiti non previsti sul comunicato ufficiale n. 1 della Lega.

E che dire della bizzarra composizione dei gironi (commissariati anch’essi) di Prima e Seconda Categoria, senza alcuna logica di appartenenza geografica, con i commissari di campo diventati subalterni agli arbitri, designati senza criterio, con le partite a porte chiuse abbandonate al loro destino. Fattori ambientali e di rivalità totalmente ignorati. Un esempio su tutti: la sospensione per rissa di Salvatore De Judicibus – Sperone. Un altro, tra i tanti: Real Aversana – Temeraria San Mango, che non è nemmeno cominciata. La Juve Pro Poggiomarino che ha falsato il campionato (di Promozione). Ma il commissario (ed il vicario Gagliano) non lo sa…

La verifica del tabulato dei tesserati delegata agli arbitri (dove l’hanno letto, il commissario ex presidente di tribunale, il vicario Gagliano che è un tantino superficiale, il consulente giuridico che ne dovrebbe capire qualcosa? Ma gli arbitri stanno per assaltare la diligenza: con Ramaglia, con Pietro Contente (amico di famiglia di Ramaglia), che si candiderà a consigliere, con Alessio Leone e Rosario Angrisani che stanno per essere assunti al Comitato (e io pago…). In pratica, la sezione arbitri di Salerno (che voterà alle prossime amministrative, come ha sempre fatto, per il candidato Gagliano) si appresta a radicarsi, in massa a Napoli.

Campionati falsati: rallentamento delle omologazioni, confusione generalizzata, determinata dagli arbitri che, di regole federali, di tesseramento, di tabulati e similari non hanno neppure un briciolo di competenza. Ancora. Un caso senza precedenti nella storia (ma De Fiore e Gagliano non hanno il tempo per accorgersi nemmeno di questo, a parte che non ci capiscono un’acca), la delibera Real Virtus Baia – Torrese pubblicata con un mese e mezzo di ritardo (gara del 12 dicembre, decisione del 28 gennaio!), con una gravissima, irreversibile conseguenza: calciatori che hanno aggredito l’arbitro, che hanno giocato – con legittimità alla De Fiore e Gagliano – solo per non essere stati squalificati, per quei quarantasette giorni di ritardo nella pubblicazione. Che faranno le altre squadre del girone, danneggiate in modo incredibile e mai successo: chiederanno il commissariamento del commissario e del vicario?

Un illuminante esempio di rigore amministrativo ed organizzativo: gli incassi coattivi fuori termine (con De Fiore pizzicato da qualche presidente, che gli ha dimostrato che il commissario ignorava la regola del preavviso di sette giorni), la richiesta di pagare la metà (a mo’ di suq arabo), visto che la richiesta di esazione era tardiva, Gagliano che ha revocato i coattivi anche all’ultimo momento, col famoso principio dei “figli e figliastri”, con qualche telefonata che ha allungato la vita alle società amiche. L’avesse fatto per tutti, sarebbe stato un generoso (ma perché aveva spedito i coattivi?). Così, invece, le società hanno speso soldi per i commissari di campo esattori (designati ad hoc), mentre quelle non amiche hanno dovuto pagare per non avere gara persa. Il tutto, all’insegna della legalità, dell’imparzialità, della terzietà dei commissari.

De Fiore, Gagliano (con la coda di Giacomardo): ma dove vogliamo arrivare?

Alla prossima puntata.

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