Come se a Renzi, a Rio de Janeiro, importasse un fico secco di Avellino: sfiduciatelo o dimettetevi

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Pasquale Manganiello – “Caro segretario….”

Undici consiglieri PD eletti nell’Amministrazione Foti hanno inviato una lettera al segretario nazionale Matteo Renzi, invitandolo ad intervenire per risolvere la “situazione insostenibile” che si è venuta a creare al Comune di Avellino.

La lettera è stata sottoscritta da Luca Cipriano, Salvatore Cucciniello, Francesca Di Iorio, Gianluca Festa, Antonio Genovese, Marietta Giordano, Stefano La Verde, Francesca Medugno, Gerardo Melillo, Massimiliano Miro, Giuseppe Negrone.

Immaginiamolo, Renzi, a godersi il sole di Rio De Janeiro e la sfilata azzurra alle Olimpiadi, che legge questa lettera inviata dai dissidenti Pd al Comune di Avellino. Immaginiamolo Renzi, immaginiamo il suo sguardo, immaginiamo cosa gli passerebbe per la testa solo se leggesse l’intestazione, solo se leggesse la parola “Avellino”.

Come direbbe il grande Antonio De Curtis: “Ma ci faccia il piacere”.

Con tutte le grane che ha il premier in questo momento, interessato esclusivamente al Referendum costituzionale che lo vede in bilico sulla soglia di Palazzo Chigi, il Referendum su cui ha puntato tutto e che lo vede, in questo momento, in svantaggio nei sondaggi, tendiamo a diffidare che possa interessarsi anche solo per un minuto della “questione Avellino”. Ed allora ci troviamo di fronte all’ennesima messa in scena ridicola di chi non ha il coraggio di fare quello che dovrebbe fare.

Con questi consiglieri pavidi, Foti dorme sonni tranquilli anche senza maggioranza.

Il contenuto della lettera è, soprattutto in alcuni casi, assolutamente parodistico. Tralasciando l’ovvietà della parte relativa alle elezioni provinciali, ci riferiamo in particolare a quando si invoca la questione morale. Si parla con Renzi di questione morale? Renzi che ha reso Verdini “padre costituzionale” ed elemento fondante della sua maggioranza in Parlamento? Suvvia, “il caso Avellino”, a questo punto, siete voi.

Sfiduciate Foti o dimettetevi. Fatela finita.

Il sindaco, intanto, si è lasciato andare ad altre esternazioni fuori luogo. “La città di Avellino è razzista” vuol dire che anche il sindaco Foti è razzista. Non crediamo che lo siano, nè Foti nè Avellino, evidentemente quello che il primo cittadino voleva esprimere è che “molti cittadini non vogliono sentir parlare di migranti, in quanto io e l’assessore Cillo, in 5 mesi, non siamo riusciti a piazzare nemmeno 15 profughi, così come richiesto dal Prefetto. Quindi, o siamo totalmente incapaci noi o ad Avellino esiste qualche problema in termini di accoglienza.”

“La mia città è una città razzista” è proprio il titolo della tesi di laurea del peggior politicante del mondo.

Insomma, lo spettacolo a cui continuiamo ad assistere è di cattivo gusto. Tra queste macerie, il centrodestra riposa in pace nella sua calma piatta mentre il Movimento Cinquestelle, di cui in tutta Italia si ha un’idea chiara e ben formata, ad Avellino è completamente impersonificato da Carlo Sibilia che, con ogni probabilità, non sarà il candidato sindaco alle prossime elezioni comunali.

Renzi intanto si gode Rio. La lettera sarà già stata depositata nel cestino delle e-mail del Nazareno.

 

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