La pandemia di Covid-19 ha impattato in ogni settore della nostra vita. Ripensare oggi alla vita di solo un paio d’anni fa sembra quasi di rimembrare un’epoca lontana. La diffusione del virus ha capovolto ogni aspetto della società a cui non fa eccezione lo sport.
Con la diffusione del Coronavirus in tutto il mondo, per proteggere la salute degli atleti, degli spettatori e di tutte le altre persone coinvolte, un numero di grandi eventi sportivi e partite è stato rinviato o cancellato. Ogni elemento dello sport è stato interessato. Dai singoli atleti, alle squadre e interi campionati. Ci sono conseguenze sulle sponsorizzazioni, sulla vendita al dettaglio di articoli sportivi, copertura mediatica e anche sulle scommesse sportive dei bookmaker non AAMS.
L’impatto di COVID-19 sui principali eventi sportivi
Il Covid è democratico: non ha risparmiato nessun tipo di sport. Neanche la competizione sportiva per eccellenza è riuscita a salvarsi. Per la prima volta nella storia delle Olimpiadi moderne, i Giochi Olimpici e Paralimpici di Tokyo del 2020 sono stati spostati all’estate del 2021. Per fortuna poi sono stati effettuati, mantenendo lo stesso nome. Così il Giappone non ha visto sfumare i 26 miliardi di dollari investiti per una Olimpiade annullata.
Anche molti altri eventi sportivi del 2020 sono stati annullati o posticipati. Nel mondo del tennis si sono contati 900 tornei annullati o rimandati. Stessa sorte toccata la Gran Premio di Monaco di Formula 1 che ha annullato la gara del 2020. Non succedeva dal 1954.
Il coronavirus e il calcio
Allo stesso modo, il Campionato Europeo di calcio, che si sarebbe dovuto tenere nell’estate del 2020 (in occasione del 60° anniversario della UEFA) è stato disputato solo nell’estate del 2021. Competizioni e partite (incluse le amichevoli), per club e squadre nazionali sono stati sospese, compresi i playoff.
Gli Europei si giocano ogni quattro anni con un lungo processo di qualificazione precedente. Nel 2021 sappiamo bene che la competizione europea si è tenuta regolarmente, vedendo proprio l’Italia vincerla in finale contro l’Inghilterra. Tuttavia, il rischio di veder sfumare questa competizione, che genera circa due miliardi di euro di sponsorizzazioni per la UEFA, è stato davvero elevato.
Anche i maggiori campionati nazionali europei hanno visto i propri calendari rivoluzionarsi. Con lo scoppio della pandemia a inizio 2020 erano in corso i campionati 2019/2020. Molti di questi sono stati interrotti e le partite rinviate.
La Bundesliga tedesca si è fermata da marzo a maggio 2020. Stessa sorte per la Premier League inglese e La Liga spagnola con i campionati 2019/2020 in ritardo sullo svolgimento. La Francia ha optato diversamente e ha chiuso in anticipo, il 30 aprile 2020, il campionato La Ligue 1. Il titolo è stato assegnato d’ufficio al Paris Saint-German che era in testa al momento dello stop.
Anche la nostra Serie A ha chiuso il campionato in ritardo e solo dopo quasi un anno dall’inizio la serie di partite ha decreto la Juve vincitrice. Per il 2020 i campionati sono ripresi tutti quasi con il calendario tradizionale ma con alcune piccole variazioni sull’andamento degli incontri.
I nuovi regolamenti e protocolli nelle partite di calcio
Combattere la pandemia di Covid-19 è un dovere di tutti e questo va fatto in ogni ambito. La vaccinazione è una grossa mano. Purtroppo, sappiamo bene che il vaccino riduce rischi di contagio e trasmissione ma, al momento, non è sufficiente per debellare del tutto questa malattia. Anche nel mondo del calcio sono state quindi adottate una serie di regole per evitare contagi e focolai di trasmissione.
Una delle prime conseguenze è stata sulle casse dei club. La stagione 2020/2021, giocandosi a stadi chiusi, ha fatto crollare gli introiti da vendita dei biglietti e dalle sponsorizzazioni. Questo ha fatto si che il calciomercato successivo sia stato sottotono rispetto al normale. Le grosse cessioni di giocatori sono state sostituite da comproprietà o prestiti con riscatto. Il tutto nell’ordine di una certa parsimonia a cui il mondo del calcio era poco abituato.
Per fortuna nel campionato attuale gli stadi sono di nuovo aperti ai tifosi. Il problema però non è risolto in quanto la capienza massima degli impianti è al 50%. Oltre a questo, gli spettatori devono essere muniti di green pass, indossare la mascherina per tutto l’incontro e seguire i percorsi prestabiliti. Il tutto per mantenere la distanza minima imposta dai nuovi regolamenti.
Anche in campo, già dal campionato del 2020, si sono viste delle variazioni alle regole. I giocatori devono ovviamente essere vaccinati, o avere tampone negativo prima dell’inizio della partita. Ci sono anche dei provvedimenti che vengono presi nei confronti della squadra se uno dei giocatori dovesse poi risultare positivo dopo l’incontro.
In campo invece la regola che ha fatto un po’storcere il naso ai puristi. Dallo scorso campionato sono permesse ben cinque sostituzioni da effettuarsi al massimo in tre momenti. La regola, che aveva carattere di provvisorietà nel campionato 2020/2021 è stata confermata anche per il campionato attualmente in corso.
Come tutto questo incide sulle scommesse
Il mondo delle scommesse sul calcio viene influenzato da tutto questo? Decisamente sì. Un calcio mercato di dimensioni modeste e senza troppi acquisti eclatanti genera club meno forti. Specialmente quelli più piccoli, che hanno già una disponibilità economica inferiore in tempi normali, potrebbero diventare ancora meno temibili.
Questo potrebbe allargare la forbice tra i club blasonati, che contano su risorse maggiori e su una rosa di giocatori consolidata. Questo fa si che anche le scommesse piazzate sui bookmaker non AAMS potrebbero vedere quote più basse venendo a mancare l’elemento della sorpresa. Gli stadi a capienza ridotta vogliono dire meno tifoseria e quindi meno pressione sulle squadre per una prestazione di alto livello.
È impossibile per il momento pensare quanto duri questa situazione. Con l’arrivo di nuove varianti di coronavirus e una efficacia temporale del vaccino ancora non del tutto chiara è bene non essere ancora troppo ottimisti. Il calcio, lo sport più bello al mondo, tornerà a essere quello di sempre. Magari bisogna solo veder passare qualche altro campionato un po’ sottotono.