Sono 5.500 i comuni italiani a rischio calamità naturali, rischio che aumenta nel sud e in Campania in particolare dove almeno 82 comuni sono costretti a rivedere subito i loro piani regolatori. Lo denuncia Antonio Coviello, docente nella Seconda Università di Napoli ed esperto del CNR-Consiglio Nazionale delle Ricerche, all’indomani della tragedia che ha colpito il messinese. Secondo i dati ufficiali del ministero dell’Ambiente, sono a ‘rischio elevato’ l’89% dei comuni umbri, l’87% di quelli lucani, l’86% in Molise, il 71% in Liguria e Val d’Aosta, il 68% in Abruzzo, il 44% in Lombardia. Quanto alla Campania ci sono 291 comuni a rischio idrogeologico e 82 che devono subito rivedere i loro piani regolatori: otto in provincia di Napoli, sei in provincia di Avellino, quattordici in provincia di Benevento, quattro in provincia di Caserta, 50 nel Salernitano. Inoltre, circa 300 comuni necessitano un continuo monitoraggio per individuare eventuali rischi di calamità naturali legate a fenomeni di smottamenti e frane.
Redazione Irpinia
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