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C.M. Ufita – Solimine: ‘L’esperienza politica ci ha premiato’

Dopo cinque anni, l’Ente montano dell’Ufita si prepara al rinnovo. E l’era Solimine non intende certo tramontare. La squadra del presidente uscente è pronta infatti a ricandidarsi per il prossimo lustro, facendo leva sui buoni risultati amministrativi ottenuti anche grazie ad una impostazione politica di centrosinistra, ma non per questo discriminante. Una strategia, insomma, che ha voluto fare i conti con tutti, avvalendosi delle linee guida della condivisione, dell’efficienza e della concretezza, come sottolinea nell’intervista il presidente della Comunità montana dell’Ufita, Giuseppe Antonio Solimine.
Presidente, un sintetico bilancio di questi cinque anni di amministrazione, partendo dal primo grande traguardo.
“A mio avviso si tratta di un fine percorso più che positivo, sia dal punto di vista politico che del rilancio dell’Ente stesso. Il quale, fino a cinque anni fa, aveva, come tutte le Comunità montane, un ruolo sottotono. E a dimostrare il nuovo orientamento è proprio il grande traguardo della stabilizzazione del personale forestale. Grazie al mio impegno nell’Uncem regionale, al sostegno della Regione, in particolare all’inizio dell’assessore Aita, si è lavorato molto per far sì che il settore potesse passare dal precariato alla stabilizzazione. Ed oggi i dati parlano chiaro: 5000 addetti regionali, 1000 nella provincia di Avellino, 200 in Ufita, a copertura quasi totale dell’intero personale”.
Di quali strumenti si è avvalso l’Ente per portare a frutto il suo lavoro?
“Abbiamo utilizzato tutte le misure Por con buoni risultati sul piano qualitativo degli interventi, che hanno portato a recenti importanti riconoscimenti progettuali: il completamento del centro Aib di Ariano (per il coordinamento del personale anti-incendio e forestale); la ristrutturazione per il Polo fieristico della Valle dell’Ufita che si occuperà della valorizzazione dei prodotti tipici locali (800mila euro di finanziamenti regionali, 4 milioni e 800 mila euro di fondi Cipe), dove dovrebbe anche arrivare il raddoppio ferroviario. Chiuso, infine, l’accordo con il Pip di Frigento (filiera agro-alimentare) dove abbiamo acquistato un lotto per realizzare un laboratorio all’avanguardia che sarà a servizio degli agricoltori dell’intera provincia (2 milioni e 200mila euro). Nostro grande strumento è stata poi la capacità di riscoprire il ruolo dell’Ente attraverso un rapporto migliore con le altre istituzioni territoriali. Siamo infatti una delle poche Comunità montane ad essere titolari del piano di Protezione civile per i Comuni, i quali hanno aderito tutti, al di là delle appartenenze politiche, ad una serie di servizi associati”.
Più volte si è parlato di ‘centrosinistra allargato’ relativamente all’Ente montano dell’Ufita. Questa impostazione ha aiutato l’efficacia e l’implementazione delle strategie?
“I buoni risultati ottenuti non sono solo merito di un presidente, ma di tutta la sua squadra. Grazie infatti al contributo e alla disponibilità di amici di percorso di grande intelligenza anche provenienti da esperienze diverse, siamo riusciti a misurarci sui problemi veri e a far crescere il territorio. Lo stesso è dimostrato da attività di Consiglio sempre molto partecipate e da bilanci approvati all’unanimità, tranne a volte solo qualche astensione”.
Un modello che potrebbe essere a suo giudizio trasferito anche in altri contesti politico amministrativi? La Provincia per dirne uno …
“Settembre sarà interessato da grandi evoluzioni e dibattiti politici, come quello sul Partito Unico. Ma il centrosinistra provinciale, benché espressione di circa l’80 per cento di consensi popolari, ancora non riesce a definire strategie unanimi su questioni importanti: lavoro, nuove tecnologie, innovazione nel rapporto pubbliche amministrazioni e cittadini. E arranca. A tal proposito, l’esperienza sul territorio di enti come ad esempio le Comunità montane, potrebbe fare da ottimo stimolo”. (di Antonietta Miceli)

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