Nella Rsa Villa Clementina di Volturara Irpina poteva essere evitata la “strage” di anziani (otto le vittime) avvenuta a seguito di un cluster Covid nel corso della seconda ondata del virus? I vertici della struttura hanno una responsabilità nella gestione delle misure di protezione che avrebbero potuto proteggere gli anziani ospiti e lo stesso personale? Dopo due anni di indagine, quella coordinata dal pm della Procura di Avellino Maria Teresa Venezia e condotta dai Nas dei Carabinieri e dai Carabinieri della Compagnia di Solofra, la Procura è giunta alla determinazione che non ci sarebbe il cosiddetto “nesso eziologico” tra la mancata adozione di misure e il decesso, in particolare per l’impossibilità di stabilire come il virus sia entrato nella struttura. Così per i tre indagati, i vertici della Rsa di Volturara, e’ arrivata la richiesta di archiviazione dalla accuse a vario titolo di epidemia colposa, omicidio colposo, abbandono di incapace, omissione in atti d’ufficio. Dalle indagini della Procura di Avellino e’ pero’ emerso un quadro di violazioni relativo alla gestione della struttura per cui e’ scattato un diverso procedimento penale.
Un provvedimento di circa sessanta pagine, quello che a seguito delle informative dei Carabinieri e di ben tre consulenze, ha fatto determinare il magistrato a non poter chiedere di esercitare l’azione penale per le accuse provvisoriamente contestate. Una richiesta opposta dai legali dei familiari delle vittime, i pazienti deceduti nelle drammatiche ore di isolamento della struttura di Volturara Irpina. A decidere sulla richiesta di archiviazione ed in particolare sull’opposizione, sarà venerdì il Gip del Tribunale di Avellino Fabrizio Ciccone. L’indignazione dei familiari delle vittime per questo epilogo è stata rappresentata in una nota diffusa agli organi di informazione: “Come tutti ricorderanno- si legge nella nota- la notizia del focolaio di Covid-19 scoppiato all’interno della struttura nel novembre 2020, destò commozione ed al contempo indignazione nella comunità di Volturara Irpina. Ben 72 persone, tra gli 82 degenti e operatori, risultarono, infatti, positivi al virus che portò ad decesso di ben otto anziani pazienti nel giro di qualche settimana.
E per questo, si legge ancora nella nota: “I familiari di alcune vittime di questa tragedia si sono opposti, con determinazione, alla richiesta di archiviazione, ritenendola superficiale, ingiusta ed offensiva verso la memoria dei loro defunti: Alfonsina, Carmine, Filomena, Concetta, Maria, Antonia, Assunta, Alessandro…Affidando le loro ragioni all’assistenza e difesa degli avvocati Rocco Bruno, Gerarda Pennella, Giovanna Pennacchio e Rosa Barletta, del foro di Avellino, e Irene Mariano del foro di Napoli, gli eredi delle persone offese chiedono che sia fatta luce su questa grave vicenda. Un vero dramma che, al pari degli avvenimenti del bergamasco, ha segnato fortemente non solo la comunità irpina e la provincia di Avellino, ma l’Italia intera e che, a tutt’evidenza, poteva essere evitato.
La strage degli anziani di Volturara, falciati dal Covid-19 che li ha strappati all’affetto delle loro famiglie, non può essere dimenticata né ripetuta. Né va trascurato il triste lascito dell’”epocaCovid”, il cui unico merito, al netto di tutto il dolore, è stato quello di mettere a nudo l’inadeguatezza delle RSA, incapaci di tutelare gli anziani ed i soggetti più fragili i quali, proprio per tale ragione, avevano il maggior bisogno di protezione”. Ora si attende la decisione del Gip su questa opposizione all’archiviazione.