Avellino – “Il 7 giugno sarai sicuramente sollevata dal tuo incarico. In politica certe scelte si pagano”. E ancora: “Alla Regione comanda ancora Bassolino per fortuna”.
Sono questi i contenuti dei 2 sms, dal mittente ‘criptato’, pervenuti sul telefonino di Rita Capone, direttore sanitario del Landolfi di Solofra, l’indomani della propria candidatura tra le fila di Vento di Centro (una delle due formazioni dell’UdC a sostegno del candidato sindaco Massimo Preziosi) alle comunali di Avellino. La Capone ha provveduto a denunciare ‘ignoti’ per ‘molestie a mezzo telefono’.
L’episodio fa riferimento al giorno 7 maggio, così come si evince anche dalla querela sporta ai Carabinieri ed alla Polizia di Stato – sezione Postale. A denunciare il grave attacco intimidatorio è Massimo Preziosi che questa mattina ha convocato la stampa presso il quartier generale dell’UdC in corso Vittorio Emanuele.
“Da indagini personali, e che sono state portare all’attenzione dell’Autorità Giudiziaria – riferisce Preziosi – è stato possibile accertare che il numero dal quale sono partiti gli sms appartiene ad un telefonino in dotazione al Comune di Avellino. Tutti hanno notato – aggiunge – che il clima elettorale si sta surriscaldando ma questi fatti rappresentano un imbarbarimento totale della vicenda elettorale”. Ma c’è di più. Preziosi afferma che “… ad Avellino, contrariamente alle indicazioni dell’assessore alla Sanità regionale, Mario Santangelo, accade che concorsi per Enti pubblici trovino completamento, guarda caso, proprio in prossimità della prima settimana di giugno. Su quest’ultima vicenda la Magistratura sta già facendo il suo corso”.
Intanto, interrogata in merito alla questione ‘molestie’, la Capone ha ricondotto il tutto “… al fatto di essermi schierata politicamente con una compagine opposta a quella che attualmente governa la Regione”.
Dunque il clima elettorale, in Irpinia come altrove (in linea con le previsioni metereologiche, ndr), sta diventando più che tropicale. Come accade spesso, il periodo di propaganda politica non corrisponde ad un confronto civile tra cittadini.
E’ chiaro che un sano dibattito democratico non può essere oscurato da simili gesti che vanno sempre respinti e condannati.