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Clan Sangermano, il presunto capo a processo per la pistola scoperta nel blitz

SAN PAOLO BELSITO- Un processo per detenzione abusiva di arma aggravata dal metodo mafioso. Quello che dovrà sostenere il prossimo 19 aprile davanti al Gup del Tribunale di Napoli il quarantaquattrenne Agostino Sangermano, ritenuto dall’Antimafia al vertice dell’omonimo gruppo camorristico sgominato nella notte del 4 novembre scorso da un blitz dei militari del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna, che dopo anni di indagine coordinata dalla Dda di Napoli, erano riusciti ad ottenere la misura cautelare per associazione a delinquere nei confronti dei vertici e dei presunti sodali del gruppo legato al giovane boss di Livardi. Proprio nella mattinata in cui fu eseguito il blitz, nella disponibilità dello stesso presunto capoclan i militari agli ordini del tenente colonnello De Tullio, scoprirono l’arma all’interno della sua abitazione. Sangermano, difeso dai penalisti Raffaele Bizzarro e Nicola Quatrano, ha scelto di essere giudicato con il rito abbreviato dopo che il pm Antimafia che conduce le indagini, il sostituto procuratore Antonio D’Alessio, aveva chiesto per il reato di armi il processo con giudizio immediato.

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