Clan Sangermano, due giudici astenuti: slitta al 12 luglio processo di Appello a Vitale

0
714

NAPOLI- Due magistrati si astengono (perché avevano partecipato come Gip e come giudice a latere a fasi e processi dell’indagine relativa al clan di cui quello era uno stralcio) e così l’udienza davanti ai giudici della VI Sezione Penale della Corte di Appello di Napoli nei confronti di Luigi Vitale, condannato ad otto anni per associazione, slitta al 12 luglio, quando si conosceranno le determinazioni del presidente coordinatore della Sezione sulla astensioni. Intanto la difesa di Vitale, gli avvocati Umberto Nappi e Francescantonio Maffettone, hanno eccepito “la nullità dell’Avviso di deposito delle motivazioni della sentenza di primo grado e di tutti gli atti successivi” e hanno avanzato dunque “richiesta di rimessione in termini, in favore dell’avvocato Francescantonio Maffettone, per consentire allo stesso di proporre appello avverso la sentenza del Tribunale di Nola”. L’eccezione e’ legata al fatto che nonostante a dicembre Vitale avesse nominato il nuovo difensore, ovvero l’avvocato Francescantonio Maffettone, allo stesso non era stato notificato l’avviso del deposito della sentenza (obbligatorio visto che era stata depositata fuori dal termine previsto nel dispositivo) e neanche l’avviso dell’udienza del 12 luglio e’ stato notificato invece all’altro difensore, l’avvocato Umberto Nappi. Una questione su cui però i giudici della VI Sezione della Corte di Appello di Napoli non si sono pronunciati. Probabile che saranno eccepite nuovamente di fronte al prossimo collegio nell’udienza del 12 luglio. Luigi Vitale, era stato condannato lo scorso trenta novembre nel processo con rito abbreviato dai magistrati del Collegio C del Tribunale di Nola ad otto anni di reclusione. Per la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, infatti, Vitale insieme a Paolo Nappi (di recente sottoposto alla misura meno afflittiva degli arresti domiciliari) viene considerato uno dei soggetti più vicini al presunto capoclan Agostino Sangermano. Il pm antimafia Pietro Raimondi nel corso della sua requisitoria aveva fatto plurimi riferimenti nella sua discussione all’ordinanza dei magistrati dell’Ottava Sezione Collegio F del Tribunale del Riesame di Napoli, che aveva confermato la misura cautelare in carcere nei suoi confronti. In particolare il fatto che “l’indagato-avevano scritto i giudici del Tribunale.della Liberta’- è stato indicato dal collaboratore Aniello Acunzo (deceduto nel 2021) quale partecipe del gruppo dei Sangermano.