NOLA – Trentacinque anni e otto mesi per i tre imputati nel processo ordinario al clan Sangermano, tutti condannati dai giudici della Sezione Penale Collegio A del Tribunale di Nola, che hanno emesso dopo un’ora di camera di consiglio la sentenza nei confronti di Nicola Sangermano, ritenuto partecipe e fratello del boss Agostino, a cui sono stati inflitti tredici anni e sei mesi di reclusione, Michele Sangermano, cugino dello stesso coimputato, cui sono stati inflitti dodici anni di reclusione, Clemente Muto, commercialista accusato di concorso esterno, condannato a dieci anni di reclusione.
I giudici del collegio presieduto dalla dottoressa Di Iorio sono andati oltre la stessa richiesta avanzata al termine della sua requisitoria dal pm antimafia Sergio Raimondi, che aveva invocato condanne per ventitré anni e cinque mesi di carcere nei confronti dei tre imputati nell’inchiesta sul clan Sangermano che hanno scelto di essere giudicati con il rito ordinario, nello specifico aveva invocato otto anni per Michele Sangermano, cugino del presunto capoclan Agostino Sangermano, otto anni e tre mesi per Nicola Sangermano, fratello del presunto capoclan e sei anni e otto mesi per Clemente Muto, commercialista accusato di concorso esterno.
Ora si attendono le motivazioni della sentenza, che saranno depositati entro novanta giorni. Scontate le impugnazioni da parte delle difese dei tre imputati. Nei confronti dei tre imputati è stata imposta anche la misura della libertà vigilata per un anno. Si tratta del processo al presunto sul clan di Livardi, operativo anche per una parte della provincia di Avellino, disarticolato da un’indagine dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna e della Dia nel novembre del 2022. Le due istruttorie decise in sede di abbreviato con le condanne per quasi tutti gli imputati (fatta eccezione per Ezio Mercogliano ndr) che ora sono dinanzi ai magistrati della III Sezione Penale della Corte di Appello di Napoli, dove si stanno discutendo le impugnazioni.