Clan Partenio, accolta l’istanza della difesa: scarcerazione per Genito e Bocciero

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AVELLINO – Lasceranno nelle prossime ore il carcere di Larino e Ancona (se non detenuti anche per altro) due degli imputati del processo al Clan Partenio condannati nel luglio scorso a diciannove e venti anni di reclusione. Il provvedimento riguarda Genito Angelo, detenuto nel carcere di Larino e difeso dal penalista Gaetano Aufiero, condannato a diciannove anni di reclusione e Diego Bocciero, difeso dal penalista Raffaele Bizzarro, che era stato condannato a venti anni di reclusione.

Una decisione che arriva dopo l’istanza presentata dal difensore di Genito Angelo, il penalista Gaetano Aufiero, che aveva chiesto al Tribunale Collegiale di Avellino che ha emesso la sentenza (il collegio presieduto dai giudici Gian Piero Scarlato, Lorenzo Corona e Giulio Argenio) di dichiarare la perdita di efficacia della misura cautelare nei confronti del suo assistito perché “la custodia cautelare perde efficacia quando è pronunciata sentenza di condanna, ancorché sottoposta a impugnazione, se la durata della custodia già subita non è inferiore all’entità della pena irrogata”.

In buona sostanza per il capo di imputazione per cui Genito era stato sottoposto alla custodia cautelare il 14 ottobre del 2019, cioè la partecipazione al Nuovo Clan Partenio, l’imputato aveva già sofferto una pena superiore a quella irrogata (per le vicende estorsive era invece a piede libero e quindi ancora sub judice).

Da qui il Tribunale ha ritenuto meritevole di accoglimento la richiesta della difesa (tra l’ altro con parere favorevole del pm) per cui Genito: “sottoposto alla misura della custodia cautelare ni carcere unicamente per li reato associativo di cui al capo 1) dell’imputazione, in ordine al quale gli è stato applicato l’aumento di anni uno di reclusione ed € 1.000,00 di multa sula pena base di anni tredici e mesi tre di reclusione ed € 7.000,00 di multa per li più grave delitto di cui al capo 21) (ovvero l’estorsione), in relazione la quale l’imputato non risulta gravato ad alcuna misura cautelare”.

Rigettata dal Tribunale invece la stessa istanza relativa agli altri imputati Nittolo Ludovico, Carlo Dello Russo e Taccone Antonio.