Città, sì al Bilancio ma la delibera era sbagliata. Cipriano: “Amministrazione sull’orlo di una crisi di nervi”

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Renato Spiniello – Il tanto discusso Consuntivo 2017, che ha fatto registrare quasi 16 milioni di maggior disavanzo rispetto a quello licenziato dalla Giunta Foti e nuovamente redatto dal commissario prefettizio Mario Tommasino, passa all’esame dell’Aula con 13 voti favorevoli (Ciampi, Aquino, Laudonia, D’Aliasi, D’Alessandro, Ridente, Petitto, Ambrosone, Capone, Festa, Iacovacci, Maggio e Luongo), 12 astenuti (Percopo, Pizza, Giordano, Bilotta, Verrengia, Pericolo, Astenuto, Fruncillo, Cipriano, Giordano Marietta, Festa Leonardo e Preziosi) e con il voto contrario di Arace.

Una votazione che arriva dopo una lunghissima seduta di Consiglio Comunale iniziata alle 10 con la fuoriuscita ufficiale di Laudonia dal gruppo 5 Stelle e conclusasi poco prima delle 17:30. A Palazzo di Città succede praticamente di tutto: al termine della discussione fiume su cui è aleggiato sia lo spettro della dichiarazione di dissesto sia quello della mozione di sfiducia, il coup de theatre lo riserva Dino Preziosi che, grazie ad un’emendamento, salva di fatto il Consiglio dallo scioglimento anticipato per mano del Prefetto. La delibera di Giunta sul rendiconto era incompleta e la sua approvazione sarebbe significata la fine di quest’esperienza amministrativa targata 5 Stelle. Una mano, quella tesa dal capogruppo di La Svolta, atta unicamente a evitare il termine del Consiglio per un errore tecnico e non per motivi politici, come si augura lo stesso Preziosi che sulla mozione di sfiducia resta convinto.

Il Consuntivo 2017 viene dunque licenziato dall’Aula, ma lo scontro si alimenta anche sulla dichiarazione di dissesto, senza il cui parere positivo e propedeutico da parte del Collegio dei Revisori dei Conti, oggi presente nel Civico Consesso insieme al dirigente Marotta, non verrà votato da quasi tutti i consiglieri.

“Così ci chiedono un atto di fede, per dichiarare il dissesto servono le condizioni e non una mera volontà politica” ha tuonato la capogruppo dem Enza Ambrosone che, al pari di Luca Cipriano di Mai Più, è convinta di procedere con il cronoprogramma indicato proprio dall’ex numero uno del Cda del Teatro Gesualdo che prevede, in ordine, l’approvazione del Consuntivo, la questione dissesto e infine la sfiducia. “Una dinamica cronologica su cui nessuno sfugge – ha precisato Ambrosone – e sono d’accordo nel calendarizzare la mozione di sfiducia al 26 novembre, ultimo giorno disponibile, ma se i tempi non coincidono con la redazione del parere dei revisori contabili che si fa?”. Urgerebbe quindi un piano di rientro, come si è augurato anche Nello Pizza, già candidato sindaco e che ha precisato come la sua esperienza politica si concluderà con questa consiliatura.

L’attacco più duro riservato a Ciampi e alla sua Giunta porta però le griffe di Luca Cipriano che ha incalzato: “Oggi quest’amministrazione è stata sull’orlo di una crisi di nervi. Dopo lo scivolone sul Ferragosto, la delibera era sbagliata e se non fosse stato per Preziosi il Prefetto avrebbe sciolto il Consiglio. Ci stavate inducendo in un errore che non era da poco, e non oso immaginare cosa avrebbe poi architettato il vostro Sottosegretario. Questo episodio non può passare sottotraccia. Non voglio aprire processi, ma chiedo al Sindaco di verificare chi ha sbagliato e di farlo dimettere. Attendo una conferenza stampa da parte di Ciampi per fare chiarezza. Non c’è l’agibilità minima per andare avanti, ora si chiuda la partita dei conti e si voti la sfiducia”.

A rispondergli Assessore e Sindaco: “La delibera è stata trasmessa al Presidente del Consiglio Comunale dall’ex segretario generale Riccardo Feola. Il testo è quello redatto dal commissario prefettizio con i poteri della Giunta”.