Città paralizzata e sindaco senza credibilità: il testo della mozione di sfiducia a Ciampi

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Marco Imbimbo – La mozione di sfiducia è stata redatta e firmata. Ora parte il conto alla rovescia: entro 30 giorni finirà l’amministrazione Ciampi. Come annunciato ieri dall’opposizione, nel pomeriggio di oggi sono state messe nero su bianco le volontà che portano 20 consiglieri a sottoscrivere una sfiducia al primo cittadino: Dino Preziosi, Luca Cipriano, Leonardo Festa, Marietta Giordano, Gianluca Gaeta, Livio Petitto, Enza Ambrosone, Laura Nargi, Carmine Montanile, Stefano La Verde, Ivo Capone, Gianluca Festa, Giuseppe Negrone, Ugo Maggio, Nello Pizza, Nicola Giordano, Modestino Verrengia, Alberto Bilotta, Lino Pericolo, Nadia Arace.

Il testo, ricostruisce quanto accaduto in questi mesi, da quel voto di giugno che ha configurato la condizione dell’anatra zoppa in Consiglio comunale, in cui Ciampi può fare affidamento solo su 5 consiglieri pentastellati. I firmatari della sfiducia, però, nel documento ricordano anche l’atteggiamento non ostile che hanno assunto nei confronti dell’amministrazione «nel rispetto del risultato elettorale», si legge nel documento. Nonostante ciò «non è stato aperto dal Sindaco alcun dialogo che potesse lasciar intravedere il tentativo serio di volersi confrontare sui problemi della città», denunciano i firmatari.

Nella mozione, inoltre, si sottolinea anche «la pericolosa situazione di stallo» amministrativo che vive l’ente di Piazza del Popolo «non risultando di fatto avviata alcuna iniziativa o azione di governo da parte del Sindaco e della Giunta comunale», come spiega il documento. Una «impasse», come viene definitiva, che trova conferma anche nella decisione del Prefetto di Avellino di «commissariare l’Ente in relazione alla stesura del Bilancio Consuntivo 2017, sottraendone di fatto la responsabilità alla Giunta Comunale e all’Assessore al Bilancio a favore di un Commissario di comprovata esperienza».

La mozione ripercorre anche la vicenda delle linee programmatiche di Ciampi prima portate in Aula, poi ritirate e infine riconsegnate alla valutazione del Consiglio che ha espresso «una netta ed inequivocabile bocciatura politica con 9 adesioni (compreso quello dello stesso Sindaco) e 23 dissensi». Le stesse linee programmatiche, inoltre, vengono criticate nel contenuto in quanto «non contengono alcuna indicazione concreta in merito alle strategie per lo sviluppo della città».

Oltre alle questioni amministrative, al sindaco Ciampi viene contestato anche il rapporto con il Consiglio Comunale ridotto a organo di «semplice ratifica delle decisioni prese dalla Giunta», così come viene rimarcato l’atteggiamento di un sindaco che «spinto dalla parte politica che lo sostiene, ha continuato ad alimentare lo scontro in un clima di costante campagna elettorale non disdegnando la mortificazione dei luoghi e dei simboli istituzionali».

A ciò si aggiungono vari episodi accaduti in questi mesi che hanno visto protagonista il sindaco e che hanno «irrimediabilmente compromesso il rapporto di fiducia con il Consiglio Comunale rendendosi protagonista di una serie di preoccupanti e reiterate cose non vere relative a scelte di natura politica e amministrativa, minando nel profondo la credibilità e l’autorevolezza che il primo cittadino deve necessariamente avere nel rapporto con la città».

Al sindaco e alla sua giunta vengono contestate, inoltre, l’impreparazione sia istituzionale che amministrativa che porta l’ente e la città in uno stato di «paralisi amministrativa» giudicata pericolosa perché la città «rischia di perdere ingenti finanziamenti nazionali ed europei, di non completare strategiche e rilevanti opere pubbliche in cantiere, nonché di determinare un dannoso blocco istituzionale in tutti gli Enti sovracomunali che vedono il capoluogo protagonista».

Tutte considerazioni e valutazioni sul modo di governare la città, che portano i 20 firmatari a presentare una sfiducia al sindaco perché «non si ravvisa alcuna valida motivazione per prolungare ulteriormente una lunga agonia politica all’insegna di un violento e scorretto scontro istituzionale, alimentato da continue ed inutili provocazioni del Movimento 5 Stelle».

Una scelta definita «dolorosa», ma necessaria sia perché non sussistono più le condizioni per andare avanti e sia per «offrire alla città l’opportunità di tornare ad esprimersi attraverso il voto e stabilire così una maggioranza definita, chiara e coesa».

L’ultima parola spetterà al consiglio comunale dove, entro 30 giorni, dovrà arrivare la mozione di sfiducia. In quella sede si deciderà se mandare a casa l’amministrazione Ciampi o salvarla all’ultimo secondo.