Città, il forfait dei demitiani: “Senza di noi spariranno tutte le questioni morali? Vedremo”

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Renato Spiniello – “Il Pd ha ignorato tutti, a partire dalla posizione di Gianluca Festa, un loro iscritto, dei Circoli cittadini, che chiedevano le primarie, e degli alleati, che si sono ritrovati senza nessuna spiegazione sulla scelta di appoggiare la candidatura di Luca Cipriano, un ex iscritto dem che lo scorso anno gli ha fatto la campagna elettorale contro”.

A poche ore dalla deadline della presentazione delle candidature presso gli uffici comunali, i demitiani di L’Italia è Popolare spiegano le motivazioni del loro ritiro dalla competizione cittadina in una conferenza stampa che – come ammesso dai relatori (Giuseppe De Mita, Giuseppe Del Giudice, Pino Rosato, Carmine Cardillo e Vittorio De Vito) – “stride con il silenzio di chi in queste settimane non ha detto una parola”.

A motivare una scelta definita unanime, che però all’inizio non vedeva tutti d’accordo, è l’ex deputato e già vicepresidente della Regione Campania Giuseppe De Mita, che si carica di ogni responsabilità. “In realtà – afferma il nipote di Ciriaco – ci saremo, ma in modo diverso. Porteremo avanti una campagna elettorale di opinioni, su tematiche, come l’urbanistica, che altrimenti sarebbero rimaste fuori dalla discussione politica e con Rosato, Cardillo e De Vito formeremo un comitato cittadino che ascolterà i cittadini”.

L’esponente dei Popolari, nella sua lunga analisi, attacca particolarmente le scelte del Partito Democratico e quelle di Maurizio Petracca, ormai ex demitiano e prossimo – secondo De Mita – al passaggio ai democrat. “Il Pd ha scelto di essere un non partito senza alcuna coalizione, perché tutti coloro che appoggiano Cipriano sono in procinto di passare al Pd stesso. Ha scelto di non esistere subappaltando la propria posizione a quella di un individuo che ora si trova un esponente di destra come Gargani al suo interno. E tutto questo senza che ne abbiamo discusso”. Sul Consigliere Regionale, De Mita è invece ancora più duro: “E’ sfuggito a ogni occasione di confronto interno o pubblico, ma la politica non si fa come i borseggiatori”.

L’ex deputato continua spiegando di essersi ritrovato sulla posizione del segretario nazionale Nicola Zingaretti, che aveva auspicato una coalizione larga che comprendesse la sinistra, il centro e tutte le associazioni ed espressioni civiche che si riconoscono in quei campi. “Con le assemblee di Controvento ci eravamo illusi che tutto andasse in questa direzione – rincara il segretario dei Popolari Giuseppe Del Giudice – poi ci siamo ritrovati un comunicato stampa, in cui si sceglieva Cipriano, che ha manifestato tutta la violenza di un’operazione che non ha nulla di politico, evidentemente già era tutto scritto.

Avevamo cominciato un percorso in buona fede – continua Del Giudice – poi è nato un caravan serraglio. Mi fanno sorridere le frasi di Cipriano che auspica a un rinnovamento al 50% e appena un anno fa faceva fuoco e fiamme su cognomi improponibili che ora sono pronti a sostenerlo, insieme a qualche pezzo di Centrodestra. Ora noi non ci siamo e quindi non siamo più un alibi. Vedremo se senza i demitiani tutte le questioni morali spariranno. Anzi, i demitiani sono nelle liste che sostengono Cipriano ma nessuno ha interesse a dirlo”.

Infine una previsione di De Mita jr: “Il 10 giugno, dopo che comprenderanno di aver fatto male i conti, si ripartirà dalle nostre posizione. Depureremo le scorie che queste settimane ci lasceranno per costruire il futuro e guardare alle Regionali“.