La gratitudine dell’allievo per il suo maestro, un viaggio nei fatti di cronaca nazionale e campana degli ultimi quaranta anni e soprattutto un vademecum di cui ogni giovane penalista dovrebbe fare tesoro. In settanta pagine ci può essere tutto questo? La risposta è sì. Soprattutto se si tratta di raccontare la storia di un penalista che ha fatto scuola, come si legge nel titolo del libro: Vincenzo Maria Siniscalchi. Potrebbe essere sintetizzato così il libro-racconto edito da De Nigris Editore nella Collana Palepolis, che uno degli allievi di Siniscalchi, il penalista Domenico Ciruzzi, ha voluto con gratitudine dedicare al suo maestro, per raccontare non solo la grande capacità di saper leggere con anticipo i cambiamenti nella professione forense, ma anche il culto vero del garantismo, potenziato negli anni in cui Siniscalchi ha assunto la difesa di esponenti del terrorismo. Perchè come aveva spiegato lo stesso maestro in un’intervista al Roma nel 2017, ripresa nel racconto di Ciruzzi: “in quella stagione elaborai le esperienze di un garantismo come regola assoluta di garanzia e dei diritti delle parti nel processo e non regole per presidiare solo i diritti di qualche privilegiato”. Un racconto che inizia con l’allievo della Nunziatella che sognava un futuro da penalista e di fronte alla realtà, quella del Tribunale e dell’esperienza vera, degli avvocati uccisi dalla camorra e dal terrorismo, ha un momento di sconforto. Fino a quando non incontra quello che sarà il suo maestro, Vincenzo Maria Siniscalchi. Dal 1977 al 12 febbraio 2024 quello tra Domenico Ciruzzi e Vincenzo Maria Siniscalchi sarà un legame strettissimo. Ma è senza dubbio la cifra di quanto sia stato capace di leggere prima e con anticipo anche i cambiamenti nella professione forense uno dei dati che rende questo ricordo un vero e proprio strumento per far accendere la passione verso una delle professioni più belle, quella del penalista. Intanto per l’intensità dell’impegno. Vincenzo Maria Siniscalchi aveva difeso grandi personaggi del Novecento di ogni settore, da Diego Armando Maradona , da
Tinto Brass a Ciriaco De Mita, da Franco a Califano e nello stesso tempo anche quelli del movimento dei disoccupati e i gruppi antagonisti: tutti con la stessa dignità, lo stesso impegno, la stessa curiosità nel provare a capirne le ragioni. Grande rapporto anche con personaggi della cultura come Federico Fellini ed Eugenio Scalfari. L’autore descrive la figura di “un avvocato straordinario, il più colto, il più moderno e innovativo di tutti, un grande intellettuale”. Saper prevedere quelli che sarebbero stati gli effetti dei media sul processo con trenta anni di anticipo, rifuggire dall’autoreferenzialità del diritto che invece andava aperto alla società e alla cultura per percepirne le dinamiche, contribuire anche da parlamentare (tre legislature) a cambiare qualcosa di sostanziale per assicurare la difesa anche a chi non aveva mezzi (il gratuito patrocinio) sono tutte caratteristiche di un giurista con multiformi passioni come è stato Vincenzo Maria Siniscalchi. E poi c’è l’Irpinia. Non poteva mancare. Il primo processo che il maestro affida al suo allievo con un imputato che rischia l’ergastolo per un delitto di camorra è celebrato proprio ad Avellino. La soddisfazione di Siniscalchi nel raccogliere i complimenti del giudice a latere per l’arringa di Ciruzzi sono anche il metro di una professione che era fatta con la passione e con grande umanità. Come il ricordo di chi era passato nello studio di Via Santa Lucia. Tra quelli citati c’è anche il giovane Guglielmo Castellano, sindaco di Sant’ Angelo dei Lombardi, deceduto giovanissimo durante il terribile sisma del 1980. E tanti aneddoti, anche con il sorriso per quello che può accadere in uno studio come quello di Vincenzo Maria Siniscalchi, dove si incrociano potenti e disoccupati. Un mondo praticamente. Per questo motivo, oltre al ricordo di un protagonista del diritto, della cultura, di un intellettuale, cosi come nel 1977 alimentò la passione del giovane avvocato Ciruzzi, conoscere la storia di Vincenzo Maria Siniscalchi potrà ancora stimolare le giovani generazioni, agendo come ha scritto l’autore del libro “come un faro”.
Redazione Irpinia
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