I Comuni di Montoro Inferiore e Superiore tornano a proporre un massiccio piano di alienazioni di beni pubblici , in particolare aree di edifici scolastici dismessi e lotti già occupati dai prefabbricati post-terremoto. Sinistra Ecologia e Libertà , ribadendo quanto già sostenuto l’anno scorso sullo stesso argomento, ritiene senza mezzi termini che il modo di procedere dei due Enti sia sbagliato nel merito ed inopportuno nei tempi e metodi usati. I due Comuni sono quasi al termine di un ciclo amministrativo di due lustri, al limite di un travagliato iter di fusione che proprio in questi giorni sta vivendo un ennesimo arresto e che sta rivelando quanto approssimativo e dilettantesco sia stato l’approccio dei governanti di entrambe le municipalità. Ci si aspetterebbe da questi ultimi uno scatto di reni per recuperare il ritardo nell’approntare quanto necessario ad un passaggio così delicato e invece ci troviamo di fronte ad una delegazione che in Regione Campania chiede , di fatto, di gestire il commissariamento ,laddove la legge assegna tale compito alla Provincia, così da garantire una continuità degli amministratori più che della correttezza operativa della macchina comunale . Per non parlare di un parere richiesto al Ministero dell’interno alla fine del percorso e non a tempo debito. Insomma , in un contesto in cui le energie di una classe dirigente andrebbero spese in ben altra direzione, ci vediamo riproporre , con simultaneità e tempestività degne di miglior causa, un programma di dismissioni di beni comunali che rischia di depauperare in modo definitivo ed irreversibile il patrimonio pubblico, perché parliamo di superfici di diverse decine di migliaia di metri quadrati . Ci chiediamo quale concreta prospettiva di sviluppo potrà avere la comunità della Città di Montoro, a meno di non ridurre questa espressione a vuoto esercizio retorico, che rischia di partire con gran parte del proprio territorio devastata da un lato da due vasche di laminazione e dall’altra dal quasi azzeramento dei propri spazi di intervento per una politica urbanistica di qualità e di riqualificazione ambientale. Qui bisogna essere chiari già nell’uso delle parole, perché ,al di là delle espressioni dal suono rassicurante, come “riqualificazione” , “valorizzazione” , “rigenerazione”, ci troviamo di fronte ad una serie di lottizzazioni che , lungi dall’avere un disegno organico e coerente , vengono ad alterare significativamente l’assetto urbanistico di Montoro , al di fuori di ogni atto di programmazione generale e particolareggiata e nelle more dell’adozione del Piano di Coordinamento Territoriale Provinciale. Inoltre , all’interno degli interventi previsti, a parte un impianto sportivo alla frazione Piano, emerge una sproporzionata prevalenza dell’edilizia residenziale, con somma gioia per le lobbies d’affari con organiche “rappresentanze” istituzionali, come Sinistra Ecologia e Libertà va da tempo denunciando . Il tutto al di fuori di ogni sia pur minima valutazione delle reali esigenze abitative , se non un generico richiamo ad un trend demografico crescente che in realtà, in assenza di un opportuno bilanciamento verso l’housing sociale , sta solo penalizzando pesantemente i residenti, che vedono una netta impennata dei prezzi degli immobili negli ultimi anni , prezzi al contrario molto appetibili per chi viene da zone limitrofe, come il salernitano, dove il costo per metro quadro è alle stelle. Insomma il programmato piano di alienazione dei beni comunali , dietro la immancabile ed ormai debole motivazione di “fare cassa” , nasconde un’allarmante assenza di un lungimirante disegno di rilancio urbanistico ed infrastrutturale , aggravato dalla contestuale rimozione del problema del recupero del patrimonio architettonico ed ambientale, in particolare in frazioni ormai marginali nelle attenzioni delle classe dirigenti , come Misciano ed Aterrana , che vedono cadere a pezzi giorno per giorno i propri palazzi , una volta motivo di orgoglio , oggi solo di tristezza.
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