“Realizzare nella Dogana di Avellino il teatro ridotto del Carlo Gesualdo, una sala da 200 posti gestita direttamente dal Comunale per ampliare l’offerta artistica in città”. A lanciare la proposta di riutilizzo della Dogana è stato il presidente della Commissione Cultura del Comune di Avellino, Luca Cipriano, intervenuto nel corso del Forum di Irpinia Tv sul futuro del teatro. “La Dogana è uno dei simboli della città – spiega Cipriano – e da tempo sono impegnato per sostenere la rinascita di questo monumento. Credo che l’edificio possa vivere in coppia e piena sinergia con il Gesualdo, candidandosi a diventarne il teatro ridotto, ovvero una sala dalle dimensioni contenute, in grado di ospitare quei progetti artistici che non trovano spazio nel comunale proprio a causa delle imponenti dimensioni della struttura di piazza Castello. Penso a spettacoli di sperimentazione, di avanguardia, ma anche alla necessità di offrire alle tante e valide compagnie locali un palcoscenico professionale per allestire e mettere in scena i propri lavori. C’è, inoltre, una naturale vocazione musicale del Gesualdo che, a mio avviso, può ben essere estesa al palazzo della Dogana, candidandolo ad essere il palazzo della musica. Sono convinto che la rinascita della Dogana si intrecci a doppio filo con il futuro del teatro Gesualdo, al punto da poter essere due facce della stessa medaglia. Proprio in questi giorni il consiglio comunale e la giunta hanno espresso una prima traccia progettuale per la seconda vita del Gesualdo, indicando il percorso per potenziare l’offerta artistica e manageriale del nostro teatro. Il Gesualdo necessita di una fase di nuovo protagonismo, che si alimenta anche ampliando le strutture e, quindi le funzioni, a disposizione della città. Penso non solo alla necessità, ormai pressante, di avere dunque una sala ridotta da 200 posti che produca un suo cartellone da affiancare a quello principale, ma anche alla possibilità di attivare nel Centro Congressi un progetto di formazione sui mestieri dello spettacolo, alla necessità di avere un teatro all’aperto per produzioni estive nel Parco del Teatro, di potenziare le funzioni del belvedere, magari collegandole a progetti imprenditoriali privati di qualità. Il palazzo della Dogana potrebbe, quindi, essere restaurato seguendo questo input e la gestione della sala potrebbe essere affidata alla stessa Istituzione Teatro Carlo Gesualdo che ha dimostrato, negli anni, di essere una valida formula giuridica di management culturale. Fare sistema è l’approccio migliore – conclude Cipriano – per lavorare su progetti seri e di qualità, in grado di garantire risultati tangibili. Il teatro e la dogana sono senza dubbio un tandem vincente”.