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Cioppa ricorda la figura del compianto professor Colucci

Riceviamo e pubblichiamo la toccante lettera di Carmine Cioppa rivolta al compianto professore atripaldese Galante Colucci.

Caro Galante, quanto volte mi hai chiesto di scrivere qualcosa sul Circolo della Bici in occasioni di vari eventi, quali feste di augurio, premiazione di “campioni”, o ricorrenze! L’ho fatto sempre volentieri, ma non avrei mai pensato di dover scrivere proprio a te. Perché, mi perdonerai e mi scuseranno i tuoi familiari, non ho potuto partecipare alla cerimonia del “settimo” della tua scomparsa ed, in quell’occasione, avrei voluto dirti che non avrei pianto e non mi sarei commosso perché sono convinto che la tua è stata una scelta meditata e voluta.
Tu hai tentato improvvisamente la fuga “buona” e lasciato di stucco il gruppo per vedere dall’alto l’arrivo del giro d’Italia sulla Cima Coppi, che con i suoi circa 2800 metri confina solo con il Cielo.
Ed immagino che avrai convinto a seguirti molti dei grandi campioni del passato – come, tra gli altri, Binda,Girardengo, Bartali, Coppi, Pantani – e le giovani promesse come il nostro indimenticato Michele; e che, tornando sempre in bici, hai fatto l’andatura con quel tuo modo sbilenco di camminare, spalla sinistra in avanti e in giù, quasi un miracolo di equilibrio cinetico; ed hai raccontato che, però, Sigismondo, il tuo inseparabile amico ed il nostro capitano, era molto, molto più forte. Poi, hai fatto comparire, come d’incanto – lo facevi anche qui – la tua immancabile macchina fotografica per una bella foto di insieme, che stai scrutando alla ricerca di quei particolari che l’occhio nudo non riesce a vedere.
Mi piace anche immaginarti mentre chiedi al “Grande Capo” il permesso di consultare l’ “archivio” perché stai abbozzando una “Storia del Paradiso” e, magari, far autorizzare i custodi a qualche ora di straordinario. Ti vedo, ancora, insegnare ai più piccoli la magia del disegno, come hai fatto con i figli di tanti di noi, o dare l’ultima pennellata di colore per rendere più bella la tua Baiano e la tua Atripalda. Quante cose hai fatto, Amico mio!
Come per tutti gli intellettuali, ti ha sempre spinto la curiosità, a cui hai aggiunto un valore tutto tuo. Perché hai realizzato tante cose belle, con l’obiettivo di comunicarle agli altri.
Pittura, scrittura, insegnamento, foto : tutto per trasferire al prossimo, con la generosità che ti ha contraddistinto, emozioni e sentimenti. Sono stato un fortunato ad averti come Amico ed a gioire della tua sensibilità. Che di sicuro, ci manca e ci mancherà.
Carmine e gli Amici del Circolo Amatori della Bici

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