di Andrea Fantucchio – Nelle 281 pagine dell’ordinanza, firmata dal gip Antonella Minutti, che ha fatto scattare dieci arresti, è ricostruito il modo di agire di un’associazione a delinquere specializzata in falsi incidenti. La mente dell’associazione era un avvocato di 43enne originario di Napoli e che risiede a Mercogliano. Gli indagati si avvalevano di medici, giudici, pubblici ufficiali coinvolti.
In questo articolo ricostruiremo le cifre scoperte dagli investigatori. L’indagine, partita a Napoli, è poi passata agli inquirenti di Roma quando è stato indagato un giudice.
Gli indagati truffavano, per migliaia di euro, le compagnie assicurative e il Fondo Vittime della strada. Cinquecento euro – si legge nelle carte – erano per un giudice di Sant’Anastasia che aggiustava le sentenze. Centocinquanta euro andavano ai medici che firmavano i certificati fasulli. C’erano attori e falsi testimoni utili nell’imbroglio. L’indagine è stata scoperta grazie a quattro denunce. Nell’inchiesta sono finiti alcuni medici del pronto soccorso dell’ospedale Loreto Mare di Napoli. Gli incidenti erano tutti uguali e curati proprio dallo stesso avvocato. Così gli investigatori hanno iniziato a intercettare il legale, scoprendo il sistema. Il legale ha deciso di non rispondere al giudice per le indagini preliminari. Nell’indagine ci sono altri quattordici indagati a piede libero. L’associazione, per gli inquirenti, si assicurava che le pratiche finissero al giudice compiacente. E questo grazie a un cancelliere che avrebbe collaborato con gli indagati.