Ciampi, nasce la maggioranza responsabile. Ma l’opposizione attacca: «Non ha i numeri, si dimetta»

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Marco Imbimbo – Il grande giorno delle linee programmatiche è arrivato. Dopo vari passi falsi, l’Aula è riuscita finalmente ad ascoltare il programma di Ciampi, ma soprattutto a conoscere chi è maggioranza e chi opposizione, in base ai voti favorevoli e contrari espressi. Una giornata dura per il primo cittadino e le sue linee programmatiche pesantemente criticate da buona parte dell’Aula che lo invita anche a dimettersi: «Non ha i numeri», rimbalza da entrambi i lati dell’Aula.

Nasce intanto la maggioranza “responsabile”, anche se non aderiscono tutti i consiglieri che hanno consegnato i propri punti a Ciampi. Ines Fruncillo e Lazzaro Iandolo (Forza Italia) insieme a Stefano Luongo del centrosinistra preferiscono astenersi, invece di votare a favore come fanno Sabino Morano e Damiano Genovese (Lega Nord), mentre dal centrosinistra arriva l’appoggio di Ettore Iacovacci e Adriana Percopo. Alla fine la maggioranza ufficiale è di 10 consiglieri, compreso Ciampi e in consiglieri 5 Stelle.

Ad aprire i lavori dell’Aula è stato il primo cittadino illustrando quelle linee programmatiche definite come un esperimento, visto il dialogo con alcuni consiglieri per redigerle. All’inizio delle linee programmatiche, infatti, c’è l’elenco delle priorità stilato con i consiglieri responsabili.

Tra queste ci sono le riqualificazioni di alcune strutture importanti della città, come la Dogana e il Mercatone, ma anche attenzione puntata sul commercio per il suo rilancio. Sulla cultura spazio alla casa del cinema presso l’Eliseo e la volontà di avviare il progetto dell’Università dei nuovi media. A Villa Amendola, invece, dovrà essere realizzata una galleria d’arte con l’esposizione di opere avellinesi. Al centro della priorità c’è anche il rapporto tra Comune e cittadino, con le attenzioni puntate sul decoro urbano e lo snellimento della macchina amministrativa, sfruttando le nuove tecnologie. Non tramonta l’idea del wi fi gratuito nei luoghi di aggregazione. Le problematiche dei diversamente abili verranno affrontate a 360 gradi, dall’eliminazione delle barriere architettoniche fino all’istituzione del garante dei disabili.

«Obiettivo di questa amministrazione sarà la bonifica dell’ex Isochimica», spiega Ciampi che annuncia novità anche sulla raccolta differenziata con incentivi alle famiglie.

Linee programmatiche che non hanno convinto i gruppi “Pd” e “Davvero” che hanno bocciato il documento di Ciampi. «Si tratta di meri slogan, gli stessi della campagna elettorale, senza dire come hanno intenzione di realizzarle», spiega il capogruppo Pd, Enza Ambrosone, che definisce al capolinea questa amministrazione, anzi invita il sindaco a un gesto di responsabilità: «Prenda atto dei numeri che ha in Aula». L’invito dunque è a dimettersi. Anche il Pd si prepara a staccare la spina, ma non subito come invece vorrebbero altri gruppi consiliari d’opposizione: «Vi sfidiamo, 45 giorni di tempo per portare in Aule tre temi importanti: Pics, società consortile e bilancio», spiega Ambrosone.

«Approvare le linee programmatiche significa approvare una cambiale in bianco», denuncia Leonardo Festa (Mai più) che sottolinea come non venga spiegato come realizzare le cose annunciate. «È solo un elenco di scatole vuote. Manca la credibilità in questo documento. Le priorità sembrano un elenco di slogan». Festa affronta punto per punto le priorità elencate da Ciampi, sottolineando i tanti limiti tra l’assenza di modalità di realizzazione, ma anche dichiarazioni che possono sembrare ovvie: «Chi può essere contrario alla pulizia delle strade? Parlate di università o polo fieristico, avete fatto uno studio di settore? Anche sul bike sharing, come intendete realizzarlo?». E poi c’è il punto che riguarda la riqualificazione del Mercatone, annunciato da Ciampi: «C’è già un project financing», ricorda Leonardo Festa al primo cittadino.

In soccorso di Ciampi arriva il capogruppo pentastellato, Antonio Aquino che difende la bontà delle linee programmatiche, ma attacca anche i consiglieri che continuano a «parlare del copia e incolla, quindi del nulla, invece dei problemi della città. Al massimo si è preso spunto da chi ha realizzato cose utili». Aquino, inoltre chiarisce anche la questione del reddito di cittadinanza comunale: «Non è vero che è stato eliminato dalle linee programmatiche».

La vicenda del programma copiato, però, viene ripresa da Nicola Giordano (I popolari) che prima ringrazia Leonardo Festa per l’intervento: «Fa piacere ascoltare un giovane che porta parole di responsabilità in Aula e non di tifo», per poi elencare i punti delle linee programmatiche che, secondo lui, sarebbero state copiate da quelle di altri Comuni, come «Avegno di Genova, Torino e Vieste».

A rincarare la dose sulle linee programmatiche ci pensa anche Stefano La Verde (Pd): «Non è altra che una mera elencazione di buoni intenti, molti dei quali già presenti nelle linee programmatiche di Di Nunno, Galasso e Foti». Per Nadia Arace (Si può), l’apertura sulle linee programmatiche è «accanimento terapeutico e attaccamento alla poltrona». Nel merito delle linee programmatiche, Arace le definisce «orfane di una visione strategica sulla città» e anche i vari capitoli vengono «affrontati in maniera superficiale».

Anche Dino Preziosi (La svolta inizia da te) sottolinea come con queste linee programmatiche «il sindaco non dà un sogno e le speranze alla città», ma evidenzia anche l’assenza di corrispondenza tra quanto annunciato e le dotazioni economiche a bilancio». Infine lancia un messaggio al centrosinistra: «Non anteporrei mai una mozione di sfiducia alle elezioni provinciale», mentre a Ciampi consiglia di dimettersi. «Farebbe un gesto nobile per il bene della città. Con 5 consiglieri non può andare avanti e prima o poi verrà sfiduciato».

Critiche alle linee programmatiche sono arrivate anche da Adriana Percopo, che rientra tra i consiglieri responsabili, al pari di Sabino Morano (Lega) che parla di ultima concessione di credito «con l’auspicio, questa volta, che ci sia la volontà di governare».

Ivo Capone (Pd) dopo aver contestato le linee programmatiche annuncia il voto contrario «ma in sintonia con i consiglieri 5 Stelle del Comune di Verona che le hanno bocciate» e lo invita a dimettersi. Luca Cipriano (Mai più) si dice deluso dal programma dei 5 Stelle e da quanto fatto finora: «Poco e niente». Mentre definisce il loro Movimento identico ai partiti tradizionali: «Avete un capo che comanda e siete suddivisi in correnti».

A differenza di Morano, con cui aveva condiviso il fronte del cambiamento, lui ha deciso di non aderire all’apertura di Ciampi sul programma perché «non ho il suo stesso caritatevole spirito di compassione. Finora Ciampi ci ha solo preso in giro. Non state facendo nemmeno l’operazione verità sui conti, perché la Prefettura ve lo ha strappato di mano per via della vostra inerzia». Le linee programmatiche vengono definite un elenco di ovvietà, ma «se riuscirete a realizzare in 6 mesi tutto quello che annunciate, sciogliamo il nostro movimento e votiamo per voi in eterno» dice in maniera provocatoria. Non manca una frecciatina a Stefano Luongo, consigliere “responsabile”: «Che bello un consigliere così giovane e già navigato», ironizza prima di definire questa amministrazione come il Foti-bis. «Governerete con pochi consiglieri, la differenza che quelli di Foti erano tutti del Pd, voi li state raccattando nell’Aula».

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