Ciampi ai consiglieri: “Dissesto e sfiducia, votate secondo coscienza. E’ per il bene della città”

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Marco Imbimbo – “L’iniziativa di oggi coniuga due aspetti primari per la nostra amministrazione: le periferie, termine che non mi piace utilizzare, e lo sport”. Vincenzo Ciampi, sindaco di Avellino, commenta così la giornata di sport che si è svolta a Borgo Ferrovia, in cui l’amministrazione ha premiato Raffaele Biancolino, il karateka Carmine Donadio e il maestro di boxe Giovanni Santoro.

“Noi vogliamo che Avellino rinasca anche a partire dallo sport – spiega Ciampi. In campagna elettorale, per semplificare, ho parlato di Avellino città dello sport, ma per dire che vogliamo mettere lo sport al centro, riferendomi a strutture, stadio e modalità di gestione”. La volontà di organizzare una giornata dello sport a Borgo Ferrovia, rappresenta l’impegno verso “un quartiere storico di Avellino, dimenticato in parte per vicende extracomunali come la chiusura della stazione che deve ripartire” spiega Ciampi che ribadisce anche l’impegno a riaprire l’impianto sportivo di Borgo Ferrovia.

“Questo binomio sport e rioni è importante – spiega il sindaco. E’ un segnale che vogliamo dare”. Il primo cittadino, inoltre, sottolinea anche l’importanza dei cosiddetti sport minori, non perdendo occasione per puntare il dito contro il sindaco di Milano. “Le persone premiate oggi danno lustro alla città. Dobbiamo essere orgogliosi. Non possiamo balzare agli onori della cronaca solo perchè un sindaco, come quello di Milano, fa delle battute squallide e di pessimo gusto, strumentalizzando una città seria per motivi politici. Avellino che non è solo la città natale di Di Maio, ma anche l’unico capoluogo da Roma in giù, retto da un’amministrazione 5 stelle”.

Oltre allo sport, però, a tenere banco in città ci sono anche le questioni finanziarie dell’ente a cominciare dal dissesto, argomento su cui, però, Ciampi prova a tagliare corto: “Non deve diventare un tormentone. Come amministrazione, sulla base delle carte che abbiamo visto con l’assessore Forgione, abbiamo preso una decisione immodificabile al momento: optare per il dissesto finanziario dell’ente, cristallizzato in un atto amministrativo con la delibera di giunta. Siamo in attesa del parere dei revisori dei conti sulla sussistenza o meno dei presupposti per il dissesto”.

L’assessore Forgione ha annunciato le sue dimissioni se il dissesto non dovesse concretizzarsi, ma Ciampi non ha intenzione di seguirlo su questa strada, almeno per il momento. “Non ho pensato a questa eventualità. Sul dissesto è ovvio che ogni consigliere comunale si assumerà le proprie responsabilità, così come stiamo facendo noi amministrazione. Prefigurare scenari, oggi, è prematuro. Noi abbiamo detto quello che pensiamo e lo abbiamo cristallizzato in un provvedimento amministrativo. Adesso la decisione finale tocca al Consiglio Comunale, organo sovrano”.

Sarà dunque l’Aula a dover decidere tra dissesto o meno, ma il primo cittadino non si lancia in inviti ai consiglieri a votare la volontà dell’amministrazione. “Su queste cose ci deve essere un appello non oggettivo, ma bisogna votare secondo coscienza e libertà, leggendo e studiando gli atti. Stiamo prendendo una decisione che riguarderà la città per i prossimi anni”.

Oltre al dissesto, però, c’è anche la tematica che riguarda la durata della sua amministrazione, con Ciampi che spiega: “Farò il sindaco fino all’ultimo minuto, quindi non penso a questo. Penso invece che il dissesto possa essere un’occasione per il bene della città. Non va fatta una valutazione  ideologica o politica, ogni cittadino e ogni consigliere deve prendere una decisione che ritiene in coscienza utile per la città e non per la propria forza di appartenenza”.

Se Ciampi non pensa alla durata del suo mandato, rivolge ancora meno attenzioni al cosiddetto fronte della sfiducia, quello che vede 19 consiglieri, di varie forze politiche, pronti a mandarlo a casa. “Non mando nessuno messaggio a loro, sono rispettoso di tutte le scelte dei consiglieri. Non ho mai parlato né lo farò oggi di sfiducia, i consiglieri devono sentirsi liberi. Se, per il bene della città, loro ritengono che devo andare a casa, si assumono la responsabilità e mi mandano via – spiega il sindaco. I numeri ci sono, ho sempre detto che non si possono chiedere le dimissioni a un sindaco da parte di un’opposizione che non è minoranza, ma maggioranza. Quando un’opposizione è minoranza fa bene a chiedere le dimissioni del sindaco, ma quando un’opposizione è maggiorana non le deve chiedere, deve fare. Hanno i numeri per mandarmi a casa”.

L’unico appello che il sindaco sente di dover rivolgere ai consiglieri è quello “alla responsabilità e al bene della città, se loro ritengono che per il bene della città, devo andare a casa, allora possono procedere perchè i numeri li hanno. Sfiducia e dissesto sono due argomenti importanti sui quali non si dovrebbe fare una discussione di appartenenza politica in senso stretto, perchè si tratta di mandare a casa un sindaco eletto dai cittadini dopo pochi mesi e di decidere sul futuro finanziario della città. Ognuno deve fare una valutazione esclusivamente per la città”.