Ciambriello, sopralluogo alla Rems di San Nicola Baronia: “Più attenzione ai detenuti”

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Il Garante campano dei detenuti, Samuele Ciambriello, in visita presso la sede Rems (Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza) di San Nicola Baronia con il Consigliere Regionale di articolo Uno, Francesco Todisco.

Presso la struttura residenziale sanitaria sono ospitate secondo il numero massimo consentito, attualmente 20 persone, affette da patologie psichiatriche. La REMS di San Nicola Baronia, diretta da Amerigo Russo, è stata inaugurata nel dicembre del 2015. Nel corso degli anni sono state 34 le persone assegnate alla struttura, provenienti dalle ASL di Avellino, Salerno, Benevento e Napoli 3 Sud.

La valutazione delle condizioni di accoglienza ed il programma di permanenza sono effettuati dai Centri di salute mentale competenti sul territorio regionale, in stretta sinergia con l’equipe terapeutica della stessa Rems. Accanto alla funzione di custodia viene espletata anche quella terapeutico – riabilitativa di cura, attraverso diverse attività che hanno come finalità il recupero, la risocializzazione ed il sostegno dei pazienti psichiatrici.

“Con la definitiva chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari – ha dichiarato Ciambriello – questo tipo di residenza rappresenta, una vera e propria tutela della salute delle persone ristrette affette da gravi patologie psichiatriche, in grado di assicurare i necessari percorsi di riabilitazione e cura durante l’esecuzione della pena”.

“La Rems di San Nicola Baronia rispetta gli spazi di socializzazione, dalla struttura ai laboratori  fino alla cappella e al teatro. Tutto mi ha restituito la percezione della presenza di attività integrative fondamentali per i diversamente liberi, così come la possibilità per la metà degli ospiti dei ristretti di potersi recare all’esterno per un caffè al bar o per la spesa, permettendo così loro di potersi riappropriare di piccoli gesti e spazi di autonomia”.

“Infine, aggiunge Ciambriello – credo che le REMS  rappresentano luoghi alternativi al carcere, pur con mille difficoltà di gestione,  sono una sfida storica per restituire dignità sociale, diritto alla salute e reinserimento  a chi nelle carceri e negli OPG veniva escluso”.

“Molti ristretti, con problemi psichiatrici, continuano a stare in carcere mentre dovrebbero esserci luoghi alternativi  alla detenzione, come micro comunità, comunità alloggio, servizi socio-sanitari. Per loro, più degli altri occorre liberare la pena”.