Cessione Avellino Calcio, Sidigas al bivio

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di Claudio De Vito. Il derby è importante, ma il futuro societario lo è altrettanto e la svolta di ieri si intreccia con l’attesa per i novanta minuti del “Pinto”. A 48 ore dal match con la Casertana, l’Avellino fa i conti con un passaggio cruciale che nei prossimi giorni potrebbe portare alla cessione del club. Il condizionale e tutte le cautele del caso sono d’obbligo perché i colpi di scena sono stati sempre e restano dietro l’angolo.

Di nuovo, e non affatto trascurabile, c’è che il tribunale ha autorizzato la vendita dell’Unione Sportiva Avellino avendone valutato senza riserve i potenziali acquirenti. Sul tavolo ci sono due offerte – una da parte della cordata Martone e l’altra targata AP Green – ed una manifestazione d’interesse inoltrata dal gruppo che fa capo al medico atripaldese Sabino Aquino.

In pole c’è il gruppo coordinato dall’ex consulente di mercato della Casertana Aniello Martone arrivato ad offrire 1,3 milioni in tre rate con tanto di caparra di 100mila euro già versata. Gli imprenditori della sua cordata sono Nicola Circelli, ex presidente del Campobasso, e Luigi Izzo, giovane manager di Montesarchio desideroso di investire nel calcio già nell’era Taccone con un particolare interesse per la costruzione del nuovo stadio. Entrambi sono sanniti.

Circelli, 46 anni di San Bartolomeo in Galdo, è a capo di alcune aziende che si occupano di verniciatura, lavorazione di metalli e produzione di infissi. Izzo invece ha 34 anni e con la Sacitek dell’omonimo gruppo, con sede a Bonea in provincia di Benevento, opera nel settore delle energie rinnovabili. Nel summit, previsto in giornata, tra le varie figure della cordata e i commercialisti sarà più chiara la posizione di Nicola Di Matteo, ex amministratore delegato del Teramo che potrebbe non partecipare al tentativo di acquisire l’Avellino.

Sarà l’occasione per fare il punto della situazione documenti alla mano, visto che la cordata è già in possesso di informazioni preliminari su vari aspetti economici, gestionali e organizzativi dell’Unione Sportiva: contratti di staff, calciatori e altri dipendenti, monte ingaggi al lordo, contratti con i fornitori. Tuttavia da qui a dire che si va verso il closing appare piuttosto azzardato. Il gruppo in questione ha sì avanzato un’offerta più vantaggiosa rispetto ad AP Green (1,1 milioni in nove rate), ma è Sidigas in ogni caso a decidere cosa vuol fare dell’asset calcio sbloccato dal tribunale.

Lo farà l’amministratore delegato Dario Scalella con l’amministratore del calcio Sandro Iuppa, il presidente Claudio Mauriello ed il custode giudiziario Francesco Baldassarre. Difficile ipotizzare quando, senza dimenticare che martedì è in programma l’udienza per il via libera o meno all’accordo di ristrutturazione del debito presentato di recente, rispetto al quale esiste un moderato ottimismo nell’entourage Mauriello. Ciò consentirebbe all’attuale società di rilanciare oltre il clima di sfiducia generale: un ulteriore ragione per non dare per scontata la cessione.