Renato Spiniello – Come anticipato stamattina, è toccato a uno degli operai simbolo della vicenda Isochimica, Carlo Sessa, testimoniare nell’Aula bunker di Poggioreale. L’ex dipendente dell’opificio di Elio Graziano ha risposto alle domande dei pm Rosario Cantelmo e Robert Pascot, raccontando al collegio giudicate presieduto da Sonia Matarazzo come “l’unico sistema di aspirazione in quel capannone fossero i nostri polmoni e le porte aperte”.
Sessa, ritenuto un “terrorista” e “il nemico pubblico numero uno della dirigenza di quella fabbrica”, come ha raccontato lui stesso, era stato licenziato ben sette volte. “Una volta – ha spiegato nel dettaglio – ho ricevuto due lettere di licenziamento lo stesso giorno: la mattina e poi la sera. E tutto solo perché volevo lavorare in sicurezza e tranquillità.
Ogni volta che venivo licenziato mi reintegravano perché impugnavo quelle lettere col sindacato. Una volta l’ingegnere (Elio Graziano, ndr) mi ha convocato nella fabbrica dell’ex Idaff di Fisciano, dicendomi: ‘lo so che con te hanno sbagliato i miei collaboratori e pure io a licenziarti, quanto vuoi come risarcimento?’, io rifiutati i soldi, volevo solo un lavoro salubre e tranquillo”.
L’attenzione si sposta poi sugli sversamenti illeciti dell’amianto nel torrente Fenestrelle. “Certo – ha aggiunto Sessa rispondendo al procuratore Cantelmo – insieme al collega Giuseppe Addesa e al segretario della Cgil Chimici Raffaele Lieto abbiamo assistito allo sversamento di amianto nel fiume, all’altezza di Largo Santo Spirito.
Ci chiedevamo dove finissero quei carichi di crocidolite che partivano da Borgo Ferrovia e raggiungemmo attraverso una stradina la zona di Largo Santo Spirito, proprio dietro a dove oggi si trova il Comune di Avellino. Purtroppo, per paura che dietro ci fosse anche la criminalità organizzata, non riuscimmo a ritornare per fotografare l’operazione, ma Avellino deve sapere che il Fenestrelle è pieno d’amianto dell’Isochimica”.
Il processo si aggiorna al 25 maggio prossimo, quando verranno chiamati a testimoniare altri quindici operai e l’ex commissario prefettizio del Comune di Avellino Cinzia Guercio. Ammessa anche l’acquisizione di 160 cartelle cliniche dell’Asl relative ad altrettanti ex dipendenti che non dovranno così comparire in aula, dando una notevole accelerata al dibattimento penale.