Ceppaloni – Il senatore Pasquale Viespoli, membro della Commissione bicamerale d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti, ha partecipato, presiedendo i lavori, alla prima riunione del “Comitato per la tutela dell’ambiente e la salute dei cittadini”, costituitosi a Ceppaloni (dove è sindaco il ministro della Giustizia, Clemente Mastella) dopo i clamorosi arresti seguiti all’operazione “Chernobyl”, condotta dai carabinieri del Noe e dalla Procura della repubblica di Santa Maria Capua Vetere. All’incontro, svoltosi presso l’aula consiliare comunale, erano presenti anche il vicesindaco di Ceppaloni, Carmine Tranfa, gli assessori Geppino Russo e Ottavio Mazzone, consiglieri comunali di maggioranza e di minoranza, nonché il sindaco di Sant’Angelo a Cupolo, Egidio Bosco, e i rappresentanti di altri comuni confinanti, come San Leucio del Sannio e Chianche. Il “Comitato per la tutela dell’ambiente e la salute dei cittadini” è sorto per interpretare il bisogno di informazione dei cittadini dei Ceppaloni, fortemente preoccupati, dopo l’intervento dei magistrati, per l’integrità e la salubrità dei luoghi interessati all’azione dei carabinieri, che, come è noto, hanno accertato che anche nel territorio sannita venivano sversati illegalmente fanghi e liquami prodotti dal trattamento di acque biologiche. Rifiuti “altamente pericolosi” che possono compromettere l’equilibrio ambientale e mettere a rischio la salute dei cittadini. Peraltro, nell’operazione “Chernobyl” risulta coinvolta anche un’azienda con sede a Ceppaloni. E negli interventi dei rappresentanti del comitato e dei tanti cittadini presenti all’incontro è apparsa più che evidente la necessità di approfondire la conoscenza su quanto è accaduto e sui rischi a cui sono state esposte le comunità della Valle del Sabato. «Credo – ha affermato Viespoli, concludendo i lavori – che il primo risultato da sottolineare sia proprio la volontà di autogoverno dei cittadini dei Ceppaloni. Finora, sulla vicenda, c’è stata scarsa informazione, se non proprio una banalizzazione degli eventi. Non c’è stata reazione, né indignazione popolare a fronte di un rischio che, stando allo scenario tracciato dalla magistratura, potrebbe avere conseguenze gravissime. In questi casi, il primo dovere delle istituzioni è dare risposte alle gente, che ha una percezione del pericolo superiore anche ai rischi concreti. Per questo sarebbe stato opportuno riunire intorno a un tavolo tutti i soggetti interessati (Comuni, Asl, Arpac, Regione, Provincia) affinché i cittadini di Ceppaloni e della valle ottenessero in maniera diretta e rapida le risposte che cercano».
Per il senatore Viespoli è necessario chiedere al presidente della Provincia di Benevento di convocare una “Conferenza di servizi” tra più soggetti istituzionali per effettuare una radiografia precisa su quanto è accaduto e consentire alla pubblica opinione di “apprendere direttamente quali sono le conseguenze” delle violenze a cui è sarebbe stato sottoposto il territorio sannita. Altro invito è stato rivolto al presidente della Camera di commercio di Benevento, affinché vengano posti in essere tutti gli adempimenti necessari per tutelare la credibilità dei prodotti sanniti. «Bisogna prendere atto – ha affermato Viespoli – che oggi, anche nei nostri supermercati, gli acquirenti si orientano su produzioni ortofrutticole provenienti da regioni diverse dalla Campania. Ci sono timori e preoccupazioni che creano danni anche di natura socio-economica e provengono direttamente dall’insicurezza sull’integrità dei territori regionali. C’è poca informazione e poca chiarezza, a partire dai rifiuti solidi urbani per passare a quelli cosiddetti speciali. Lo scenario è quello delle discariche abusive e incontrollate su tutto il territorio e di un ciclo di smaltimento perennemente carente e precario. Ci vogliono risposte certe, perché – ha concluso l’esponente di Alleanza Nazionale – è in ballo la salute dei cittadini, ai quali le istituzioni non possono continuare a negare informazioni. Né si può continuare ad alimentare la percezione che non si faccia nulla per impedire il ripetersi di fenomeni gravissimi, come quelli legati all’operazione Chernobyl».