Avellino avrà presto il suo sindaco. Si andrà al voto il 10 giugno con eventuale ballottaggio il 24 giugno, nel caso in cui nessuno dei candidati a sindaco otterrà al primo turno la maggioranza assoluta, ossia il 51% dei voti.
Maria Paola De Stefano, storico volto della destra avellinese, spara a zero sulla coalizione a sostegno di Pizza e prefigura al ballottaggio uno scontro tra centrosinistra e centrodestra che definisce come una vera e propria “guerra di liberazione”.
De Stefano, lei è da poco fuoriuscita dal gruppo di Fratelli d’Italia per candidarsi nella lista della Lega a sostegno di Sabino Morano. Ci spiega cosa l’ha spinta allo strappo?
Prima di tutto la coerenza, poi l’amore per i miei ideali e infine la voglia di non mollare mai. Non avrei mai potuto sostenere un candidato come Preziosi che, non solo non ha mai militato nel centrodestra, ma che rappresenta il sistema di potere contro cui mi sono sempre battuta. Era normale la fuoriuscita di noi storici militanti di destra dalla sua coalizione. Tutti noi siamo felici di appoggiare la candidatura di Sabino Morano perché, Sabino, è l’esempio di come si possa fare politica per il territorio anche quando i partiti latitano. Persone come me, come Sabino, che hanno cominciato a fare politica a 13 anni, hanno sempre inteso la politica come un servizio per la collettività. Ci si candida per donare parte di sé agli altri. Lui non si è mai arreso anche quando il centrodestra era dato per inesistente ad Avellino. Sabino ha continuato a crederci anche quando noi, presi dalle lotte intestine tra i partiti di centrodestra, ci siamo scoraggiati. Solo lui con caparbietà ha continuato a portare avanti i suoi progetti ed idee e spesso è stato l’unica voce di centrodestra nella città di Avellino. Sabino ha lavorato tanto, quindi ora non ha che da raccoglierne i frutti.
Al di là della sua vicenda personale, come valuta lo stato di salute dei partiti ad Avellino?
Ad Avellino i partiti sono in uno stato comatoso, purtroppo la città di Avellino è caratterizzata dallo strano fenomeno dei portatori di voti che azzerano ogni discorso politico. Avellino avrebbe bisogno di portatori di idee, perché è una città agonizzante, e invece assistiamo a questo fenomeno dei portatori di voti, cioè di persone che riescono, tramite meccanismi non sempre contigui alla legalità, a raccogliere consensi che poi usano per fini personali.
Il riferimento è alla coalizione guidata dal candidato sindaco del centrosinistra?
Pizza sarà anche una persona perbene, ma chi lo accompagna in questa campagna elettorale ha gravi responsabilità amministrative. È ormai chiaro a tutti che, nelle liste del centrosinistra, si candidano persone che hanno coinvolgimenti diretti nelle vicende Aias, Acs e parcheggi. La coalizione di Pizza porta alla luce un sistema di gestione collaudato da anni e in perfetta continuità con l’amministrazione Foti. Ed il fatto che queste persone abbiano il coraggio di riproporsi alla città e chiedere il voto ai cittadini, è qualcosa di vergognoso. Credo siano mossi dalla certezza di poter esercitare ancora quel potere sfruttando i bisogni della gente. È qualcosa di ignobile. E io mi sono candidata per combattere questo sistema. Spero che i cittadini ci diano una mano e capiscano che non esistono portatori di voti perché ognuno è portatore del proprio voto.
Qual è l’eredità che l’amministrazione Foti lascia ad Avellino?
Incuria, incuria, incuria oltre alla voglia di tenere le persone in uno stato di bisogno per poterne trarre profitto. Nelle periferie vedi fogne scoppiate, l’erba che cresce a mo’ di tapparella sulle finestre e capisci che ci sono zone ad Avellino che somigliano alle favelas brasiliane. Tagliare l’erba o assicurare a questa gente le condizioni igieniche minime di vita è un dovere per chi fa politica, per chi amministra una città. Non si possono tenere le periferie in quello stato, e la cosa più scandalosa che mi è capitata in questa campagna elettorale, è vedere qualche ex assessore continuare a chiedere i voti a quella gente.
In un eventuale ballottaggio chi preferiresti incontrare tra il Movimento 5stelle e il centrosinistra?
Il nostro avversario naturale è il centrosinistra. La vera battaglia è tra il centrosinistra e il centrodestra, tra chi vuole mettersi a disposizione della comunità e chi invece vuole trarre profitto personale dai bisogni della collettività. Nel centrosinistra c’è gente che, anche dalla beneficenza, ha tratto profitti personali. Queste persone non dovrebbero avere nessuna agibilità politica e invece sono ancora a reggere le fila di questa campagna elettorale. Ci sono due visioni della vita e della politica contrastanti. Da una parte c’è il vecchio, dall’altra ci siamo noi che siamo il vero cambiamento. Noi siamo quelli che si sono sempre ribellati a quel sistema di potere creato dal centrosinistra in città. Siamo sempre stati dall’altra parte e quindi possiamo interpretare realmente il cambiamento, un’idea nuova e diversa di città. La nostra è una guerra di liberazione e mi aspetto che al ballottaggio ci arrivi una mano anche dagli altri che ora si oppongono a questo sistema in schieramenti diversi dal nostro.