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Centro Storico: “Aggrediti dai tifosi del Sirignano, perché quel cancello era aperto?”

Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato redatto dalla società del Centro Storico Avellino, militante nel campionato regionale di Prima Categoria.

Al termine della gara di Sirignano, vinta per 2-1 a due minuti dalla fine, la nostra società è stata vittima di una violenta aggressione da parte dei tifosi della squadra di casa, che hanno avuto accesso alla zona antistante gli spogliatoi con una facilità disarmante: il cancello di separazione tra campo e spalti era privo perfino di un lucchetto di chiusura.

La nostra è una condanna doverosa e secca, perché quanto accaduto fa male al calcio e a chi, quotidianamente, profonde passione, impegno e sacrificio per portare avanti questo sport.

Dispiace prendere atto del fatto che, nel 2016, si verifichino ancora situazioni del genere che, per di più, sono aggravate dalla completa assenza di motivazioni, anche futili, e perfino di qualsivoglia provocazione da parte della nostra società, della squadra e dei tesserati: di certo l’esistenza non ne sarebbe stata giustificativa, ma la completa assenza è, senza dubbio, un aggravante.

Dalla sua fondazione ad oggi, il Centro Storico Avellino si è sempre distinto per correttezza, per sportività e per la cultura di accettazione della “non vittoria”.

Dispiace perché dobbiamo anche constatare la recidività di determinati comportamenti da parte di frange violente di sostenitori, che non riescono ad essere arginati proprio perché, forse per irresponsabile superficialità, forse per inconsapevolezza della sua reale gravità, non si affronta il problema.

Evidentemente, siamo ancora al livello, inverosimile ma purtroppo reale, che una squadra che vince in trasferta viene aggredita a fine partita perché, probabilmente, ha la “colpa” di aver vinto, ed un gol quasi allo scadere è stato percepito, assurdamente, come una provocazione.

Siamo nel 2016 ed alcuni facinorosi riescono ad entrare, indisturbati, negli spogliatoi di una struttura mentre le squadre li occupano ancora.

Siamo nel 2016 e su un campo da gioco non esistono le basilari norme per il rispetto delle misure di sicurezza: un cancello che divide spalti e spogliatoi, ripetiamo, non è munito neanche di un “catenaccio” per mantenerlo chiuso.

Siamo nel 2016 e non riusciamo a spiegare agli “pseudo” sostenitori di una squadra che si può anche perdere, o pareggiare: la “non vittoria” fa parte del gioco.

Siamo nel 2016, l’era di internet e della tecnologia: non c’è una telecamera su un campo sportivo che possa assicurare la tutela di società e tesserati, dal punto di vista sportivo, disciplinare e di ordine pubblico.

Siamo nel 2016, non abbiamo un’organizzazione tale da consentire alle forze dell’ordine di garantire il mantenimento dell’ordine pubblico durante lo svolgimento di una manifestazione sportiva: nella maggior parte dei casi le forze dell’ordine sono costrette ad arrivare, solo se chiamate, dopo la verifica degli eventi e, nel frattempo, la frittata già è stata fatta.

Siamo nel 2016 ed un Comitato Regionale, che incassa da ogni società migliaia di euro per un campionato dilettantistico, manda, quando si ha la grazia di designazione, un solo commissario di campo per gare impegnative, che negli anni precedenti hanno sempre determinato la designazione di almeno due commissari.

Quell’isolato commissario, in caso di aggressione diventa a sua volta aggredito, non potendo, da solo, garantire davvero alcunché.

Siamo nel 2016…siamo delusi ed amareggiati perché oggi a Sirignano ha perso il calcio.

Andiamo avanti perseguendo i nostri ideali e la nostra visione del calcio; da oggi in poi ancor di più, soprattutto per combattere ed annullare questi idioti che fanno solo del male a chi, quotidianamente, sottrae tempo alla propria vita, ai propri impegni ed ai propri interessi per impegnarli nel sociale, nello sviluppo dello sport e del calcio.

Queste ‘persone’ rischiano soltanto di rendere vani tutti gli sforzi delle società; ci sentiamo di dire loro solo una parola: VERGOGNA!

Ma facciamo una richiesta anche ai gestori provvisori del Comitato Campania: rispettateci, non tagliate le spese stanziate per la sicurezza delle società e dei propri tesserati, investite risorse per i commissari di campo, perché uno solo non serve quasi a nulla: anche per le forze dell’ordine esiste, al minimo, una coppia. Non c’è spesa migliore e più onesta, di quella fatta a salvaguardia delle società e, per l’effetto, della regolarità del campionato: di sicuro, per risparmiare, ci saranno altre voci di spesa da tagliare, che non compromettono la salute e la tutela delle società e dei loro tesserati.

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