Cellulare e favori ai carcerati, sotto indagine la Garante dei detenuti di Caserta

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Emanuela Belcuore, garante dei detenuti della provincia di Caserta, è indagata dalla Procura della Repubblica per aver procurato un cellulare intestato a un’altra persona a uno dei detenuti del carcere di Santa Maria Capua Vetere. L’accusa è di corruzione e di altri reati minori. Secondo gli inquirenti, l’ex garante avrebbe procurato a un detenuto del carcere, ritenuto vicino al clan dei Casalesi, un telefono cellulare intestato a un cittadino straniero per permettergli di comunicare con l’esterno. La garante avrebbe avvisato il detenuto delle perquisizioni in cella, in modo tale da permettergli di nascondere il telefono. Secondo il quadro accusatorio, la garante avrebbe ricevuto in cambio un paio di scarpe di lusso. Disposto dalla Procura il sequestro di dispositivi elettronici di Belcuore. La donna si è dimessa dal suo ruolo di garante, confidando pienamente della magistratura.

“Sono profondamente addolorato per la vicenda che vede coinvolta Emanuela Belcuore, Garante dei detenuti della provincia di Caserta – dichiara Samuele Ciambriello, Garante campano dei diritti delle persone private della libertà personale -. Anzitutto è bene ricordare che, essendo nella fase delle indagini, non vi è stato ancora un definitivo accertamento dei fatti oggetto di contestazione, pertanto, sono da ritenersi inopportuni i “processi”, i gossip e i resoconti con dimensione sessista che spuntano nel mondo dell’informazione. Senza dubbio, sia la Belcuore sia i soggetti coinvolti nella vicenda risponderanno nelle sedi opportune al fine di ricostruire la dinamica dei fatti e far emerge la verità sull’unico caso contestato. Siamo Garanti e, in quanto tali, invochiamo il rispetto del principio di presunzione di innocenza. Vi è inoltre chi, strumentalizzando l’indagine in corso, fa erroneamente riferimento all’arresto dell’ex Garante dei detenuti di Napoli, Pietro Ioia. Non vi è nessuna relazione fra i due fatti, dunque, di che parliamo?

Dulcis in fundo, ancora una volta, questa vicenda diviene il pretesto per sminuire, svilire, se non addirittura “silenziare” la funzione del Garante, autorità di garanzia indipendente, nominata dall’autorità pubblica. Basta con il becero moralismo e il populismo penale. Non vorrei che qualcuno dimenticasse le battaglie, le coraggiose denunce, nonché gli interventi su “Pianeta Carceri” che Emanuela Belcuore ha fatto nel corso di questi ultimi anni” conclude il prof. Ciambriello.