Il prossimo 25 giugno 2017, si celebrerà la solennità di San Guglielmo Abate, fondatore della comunità monastica di Montevergine e dal 1942, per volere di Papa Pio XII, Patrono d’Irpinia.
Per le ore 11:00 si terrà la celebrazione eucaristica presso la Basilica Cattedrale del Santuario di Montevergine.
Quest’anno, a donare l’olio per la lampada perpetua posta davanti all’Urna contenente il corpo del Santo, traslata lo scorso anno sotto l’altare del Santuario mariano, sarà il Comune di Avellino.
“Quella del dono dell’olio per la lampada perpetua di San Guglielomo – ha dichiarato il Sindaco Paolo Foti – è un evento importante per la nostra città, particolarmente devota al Santo Patrono d’Irpinia, e fortemente legata al Santuario di Montevergine, che domina l’ampia vallata del Sabato. Così come antico e saldo è il legame di noi avellinesi con la Madonna Assunta e con S. Modestino, lo stesso vale per la Madonna di Montevergine e per San Guglielmo da Vercelli. Non a caso, infatti – ha continuato il Sindaco Foti – le due statue poste nelle nicchie laterali al portone d’ingresso della Chiesa Cattedrale di Avellino, dedicata alla Madonna Assunta, rappresentato una San Modestino, e l’altra San Guglielmo. Sarò onorato il prossimo 25 giugno di essere a Montevergine, in qualità di Sindaco di Avellino, per offrire per la prima volta nella storia del Comune Capoluogo d’Irpinia l’olio per la lampada di San Guglielmo. In quella solenne occasione, chiederò al Santo Patrono della nostra Provincia di vegliare su di essa, insieme alla nostra Madonna Assunta ed al nostro San Modestino, affinché la luce del bene comune illumini sempre ogni angolo della nostra terra, e tutti i suoi abitanti”.
La tradizionale cerimonia, che concerne nel dono annuale da parte di un’Amministrazione Comunale dell’olio per la lampada posta davanti l’urna di San Guglielmo da Vercelli, ha avuto origine settantacinque anni fa, nel 1942, quando con Bolla Papale di Pio XII, il fondatore della Comunità religiosa del Monte Partenio fu proclamato Patrono d’Irpinia.
All’epoca il Santuario di Montevergine, in cui dal 1807 i resti mortali del Santo sono custoditi, ospitava anche una delle reliquie più preziose del Cristianesimo, la Sacra Sindone, che giunta a Montevergine nel 1939 vi rimarrà sino alla fine della II Guerra Mondiale.
In quel periodo – che coincide con la presenza a Montevergine della Sacra Sindone, per l’elevazione del Monaco Santo Guglielmo, fondatore del Monastero di Montevergine e di quello del Goleto a Patrono d’Irpinia – un ruolo fondamentale lo ha avuto l’allora Abate di Montevergine, Padre Giuseppe Ramiro Marcone, nominato da Papa Benedetto XV nel 1918, ad appena trentasei anni. L’Abate ricoprì il suo incarico sino alla morte, sopraggiunta l‘1 luglio del 1952.
All’Abate Marcone, vicino a Casa Savoia e stimato dal Santo Padre Pio XII, oltre alla cura della Sacra Sindone e alle opportune sollecitazioni per l’elevazione di San Guglielmo a Patrono d’Irpinia, fu anche affidata la costruzione della Funicolare e l’Istituto delle Suore Benedettine di Mercogliano. Merito dell’Abate, fu anche la sua vicinanza alla popolazione nei tragici giorni dei bombardamenti del Settembre 1943. In quella triste occasione, che valse alla Città di Avellino la Medaglia d’Oro al Valore Civile, l’Abate Giuseppe Ramiro Marcone aprì le porte del Palazzo Abbaziale di Loreto ai tanti sfollati che a causa dalla furia devastatrice della guerra avevano perso tutto.