di Claudio De Vito – La norma c’era, c’è e con ogni probabilità non ci sarà più ma l’Avellino l’ha spuntata sul piano dell’interpretazione della stessa. E c’è voluta la mano del presidente-legale Claudio Mauriello per sbrogliare la matassa Alfageme al cospetto della sezione tesseramenti del Tribunale Federale Nazionale, la quale ieri ha dato ragione al club biancoverde.
In buona sostanza, il tribunale della Figc hanno deciso sulla base di alcune pronunce della giustizia ordinaria risalenti al 2010 e al 2011. Tra queste spicca quella riferita ad Enis Nadarevic, respinto ai tempi del Varese dall’ordinamento sportivo – che non consentiva il tesseramento di nuovi stranieri – nonostante il bosniaco ora all’Audace Cerignola risiedesse in Italia da diversi anni con regolare permesso di soggiorno.
Da extracomunitario a Luis Maria Alfageme è accaduto lo stesso: il collegio giudicante, inserendosi nel vuoto normativo sportivo, ha sostanzialmente effettuato un distinguo tra l’extracomunitario tesserato per la prima volta in un lega italiana e quello che risiede e lavora in Italia in maniera continuativa da diverso tempo (quattordici nel caso dell’attaccante biancoverde).
Insomma Alfageme deve essere equiparato ad un calciatore italiano ed in quanto tale dotato dello status 2 (italiano dilettante ex professionista) utile ai fini del tesseramento. Nelle prossime ore sono attese le motivazioni della sentenza emessa ieri a metà giornata, ma intanto è già emersa la chiave di volta che ha permesso all’Avellino di avere a disposizione il suo top player per il tutto per tutto di Lanusei.