Rapporto dei cattolici con il mondo della politica : questo il tema del convegno «Abitare la città: fede ed impegno politico» organizzato dagli adulti e dai giovani dell’Azione Cattolica della diocesi di Avellino che si terrà stasera, alle ore 19, presso il salone del palazzo vescovile di Avellino, relatore Giuseppe Notarstefano, vicepresidente nazionale del settore adulti, docente di statistica economica presso l’Università Lumsa e componente del Comitato per le settimane sociali dei cattolici. L’appuntamento si propone di essere un’occasione di confronto sulla vexata questio dell’impegno politico dei cattolici. L’Azione Cattolica, che nel nostro territorio ha vissuto con protagonismo l’impegno per il bene comune nel Novecento, ritiene doveroso anche oggi offrire il suo contributo dialogicamente aperto al confronto con tutti per costruire una “città” più fraterna e più giusta. «Come cattolici abbiamo il dovere di vivere in pienezza il nostro tempo per essere dentro di esso strumenti di bene, tessitori di relazioni buone, costruttori di giustizia, custodi del creato- afferma Maria Grazia Acerra, presidente diocesana. Vivere in questo tempo per le persone che vivono in questo tempo significa anche cercare di tradurre in scelte concrete i principi che ispirano il nostro agire, occuparci cioè di politica con la P maiuscola, come ci chiedeva papa Francesco il 30 aprile del 2017. Di certo con la scomparsa del partito di riferimento dei cattolici e la crisi dei partiti, non pochi cattolici hanno vissuto come una forma di disincanto la politica, e conseguentemente si sono allontanata da essa che, al contrario, dovrebbe essere considerata come una «forma alta di carità» per dirla con Paolo VI, o come una delle sue declinazioni «più preziose» ed «eminenti» come ha sostenuto papa Francesco. Un disincanto che probabilmente non manca di tradursi anche in astensione dal voto. Papa Bergoglio più volte ha suggerito il rimedio al disimpegno dei cattolici italiani dalla politica in una significativa pagina dell’Evangelii Gaudium, dove definisce la politica come l’attitudine a «generare processi più che a dominare spazi di potere». Vogliamo chiederci stasera, insieme a Notarstefano, quale servizio siamo chiamati a svolgere e in quali luoghi per generare i processi a cui fa riferimento papa Francesco. Vogliamo avviare una riflessione per una presa di consapevolezza che non è semplice, né a breve termine, Siamo convinti, infatti, che i processi a cui il papa fa riferimento chiedono attenzione e discernimento e, pertanto, coinvolgono ciascuno di noi; hanno bisogno di tempo perché devono trasformare la persona, il contesto, la comunità».
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