Cassese: “Bene l’Italicum, ora tocca riformare i partiti”

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«L’Italicum è una risposta ai problemi del Paese. Il sistema elettorale consente al popolo di esprimersi in modo coerente, superare le lotte all’interno dei partiti, permettere ai governi di essere stabili e soprattutto fare in modo che si possa andare avanti con le riforme». Sabino Cassese, giudice della Corte Costituzionale, in occasione del corso di formazione, organizzato dall’Ordine dei Giornalisti della Campania, esorta la politica a trovare una convergenza per superare la crisi della rappresentanza e guardare con ottimismo al futuro.

 

«Avere maggioranze ben salde e parlamentari eletti dal popolo non solo è una garanzia per i cittadini, ma permette all’Italia di avere credibilità in Europa». L’esperto di diritto internazionale, dopo l’introduzione di Ottavio Lucarelli, presidente regionale dell’Odg, spiega alla stampa i grandi problemi della democrazia nel bel paese. «Le difficoltà attuali sono l’incertezza tra popolo e Stato, relativa al modo di interpretare i voti e trasformarli in seggi e la poca stabilità dei governi».

 

Il giurista di origini irpine non manca di effettuare un particolare riferimento alla riforma del Senato. «L’idea di avere due camere è ispirata al timore che una delle due possa sbagliare. Il bicameralismo permette di ripensare le questioni. La distribuzione dei poteri è un vantaggio e non una minaccia. Dal 1 luglio del 2016, avremo due rami del Parlamento con regole diverse».

 

Rispetto al premio di maggioranza al partito e non più alla coalizione, il docente universitario, commenta, in modo positivo, il provvedimento del governo Renzi. «L’Italicum non consente ai piccoli partiti di unirsi per fare un Governo e dopo un anno di spaccarsi per metterlo in crisi. In molti casi, basti pensare al modello inglese, non governa chi ha la maggioranza, ma la più forte delle minoranze».

 

L’ex ministro della pubblica funzione del governo Ciampi, infine, esprime il proprio parere in merito al ruolo dei soggetti politici all’interno della società. «E’ indispensabile una legge sui partiti. Democratizzarli è un’esigenza. E’ utile una normativa chiara che stabilisce delle regole precise, in modo che una parte di chi li dirige possa essere scelta dalle persone ed un’altra dagli apparati».

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