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Caso Ragusa, l’accusa chiede una pena di vent’anni per Antonio Logli

È un giorno importante per il caso della scomparsa di Roberta Ragusa.

Alle 9 il giudice Elsa Iadaresta ha iniziato l’udienza con la richiesta di condanna della procura per Antonio Logli, dando la parola prima al procuratore capo Alessandro Crini e poi al sostituto, Aldo Mantovani, il magistrato che ha seguito fin dall’inizio il caso Ragusa. Logli è arrivato al tribunale in auto, con il volto coperto da un giornale.

Quindi toccherà alle tre parti civili (parenti di Roberta e associazione Penelope) intervenire con gli avvocati Gaetano Turcio, Enrico Maria Gallinaro e Nicodemo Gentile. Infine, Cavani e Sergiampietri concluderanno una giornata campale.

Le richieste dell’accusa. A fine mattinata si è concluso l’intervento dell’accusa. Vent’anni di carcere è la richiesta fatta al giudice (in realtà la richiesta avanzata dal procuratore capo Alessandro Crini al giudice è stata di trent’anni che poi, per effetto delle riduzioni previste dal rito abbreviato, diventa di 20 anni). Era l’entità prevista alla vigilia: l’ergastolo, infatti, è disinnescato dallo sconto del rito abbreviato.A questa richiesta, le parti civili hanno sempre detto di volersi uniformare.

La battaglia della difesa è prevista nel pomeriggio. E saranno ore dedicate a convincere il giudice che nelle 12mila pagine dell’inchiesta non ci sono le prove per affermare, oltre ogni ragionevole dubbio, che Antonio Logli ha ucciso la moglie Roberta Ragusa. Sentenza il 21 dicembre. iltirreno

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