Caso Manzo, svolta vicina: la Procura pronta a formalizzare le accuse

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PRATA PRINCIPATO ULTRA- Un uomo sparito nel nulla, la piu’ terribile delle ipotesi (ovvero che possa essere morto, visto che non si era mai allontanato e lasciato i suoi figli) e un corpo che pero’ a distanza di ormai quasi quattro anni non si trova (nonostante svariati sopralluoghi anche al  depuratore da tanti evocato piu’ volte). Infine un processo che almeno per quanto emerso e noto fino ad ora sara’ puramente indiziario,  in cui una delle probabili imputate e’ la figlia della stessa persona scomparsa, che quella sera, giorno del suo compleanno, aveva litigato con il papa’ (non e’ indagata certo per questo) . In attesa della imminente svolta annunciata dal Procuratore della Repubblica di Avellino Domenico Airoma qualche giorno fa, abbiamo riavvolto il nastro di quello che viene definito il “giallo di Prata”, ovvero la scomparsa di Domenico Manzo, muratore, che la sera dell’otto gennaio 2021, lascia la sua abitazione, sul motivo dell’allontanamento non tutti i testimoni convergono, per recarsi a fumare una sigaretta alla Chiesa dell’Annunziata. Le ultime immagini di Mimi’ Manzo, quelle del circuito di sorveglianza di un ristorante, lo indicano  tra via Dell’ Annunziata e via Marconi, nei pressi della ferrovia dismessa di Prata. Poi del sessantasettenne nessun traccia, come se fosse sto inghiottito nel nulla. Eppure sono poco piu’ di duecento metri e quella sera, nonostante il lockdown sono in tanti che girano nel piccolo centro irpino forse troppi. Le indagini di Carabinieri, se ne occupa il Nucleo Operativo di Avellino, sono andate avanti sequestrando video, ascoltando decine di testimoni, seguendo due piste: la prima, poi scartata, suffragata anche da una testimonianza poi ritrattata di una donna che aveva visto salire Mimi’ in una vettura con alcuni soggetti. Un pista legata ad amicizie pericolose. La seconda legata alla droga, quella che sarebbe circolata anche a casa, per cui Mimi’ Manzo era pronto a denunciare. Sarebbe stato eliminato per questo. Entrambe le ricostruzioni hanno un denominatore conune: la sera dell’otto gennaio 2021 Mimi’ Manzo fu sequestrato. Da chi? Lo dovremmo scoprire presto, visto che la svolta nelle indagini appare imminente. Quantomeno chi e’ gravemente indiziato di aver sequestrato il muratore e verosimilmente (anche se l’ omicidio e di conseguenza l’ occultamento del cadavere non sono stati contestati finora) anche dell’eventuale delitto.
LA SVOLTA VICINA: QUALI SARANNO LE ACCUSE?
Il primo dubbio o meglio, il maggiore timore era legato al fatto che, dopo quasi quattro anni dalla vicenda  e con indagini che hanno avuto maggiore impulso dopo mesi (all’inizio l’ipotesi prospettata era quella di un allontanamento volontario) che tutto si potesse chiudere con un’archiviazione. Una circostanza ragionevolmente  da escludere. Improbabile che il Procuratore della Repubblica accenni ad imminenti sviluppi, sapendo che si tratti di un’archiviazione. Per cui lo scenario piu’ verosimile e’ che per gli indagati il quadro potrebbe aggravarsi o ridimensionarsi. Per ora ci sono delle ipotesi di reato provvisoriamente contestate a vario titolo ai quattro indagati: sequestro di persona, favoreggiamento e false dichiarazioni al pm. Il quadro si aggravera’? Molto probabile, ma altrettanto che qualche posizione possa allegerirsi. Intanto ci sara’ un capo di imputazione definito  ed una discovery con tutti gli atti, anche perche’ l’ unica traccia di “carte” dell’ inchiesta risale ai primi sequestri e al ricorso al Riesame successivo agli stessi. In quelle pagine c’erano le due piste, i racconti e le testimonianze, alcune ritenute false, almeno presunte tali. Ma cosa e’ avvenuto la sera dell’otto gennaio 2021, quantomeno cosa presumono alla luce di mesi e accertamenti di Procura e Carabinieri lo sapremo solo nei prossimi giorni. Del resto l’imminente sviluppo e i tempi giudiziari non  devono mai essere letti con la tempistica normale, essendoci passaggi e atti specifici.
UNA TRACCIA DAGLI ESAMI SULLA TROC NOLEGGIATA LA SERA DELLA SCOMPARSA?
Il 9 gennaio scorso erano stati eseguiti gli esami al Ris di Roma su una traccia di sangue rinvenuta sotto il meccanismo di chiusura del vano portabagagli e repertata, nel luglio 2022, dai carabinieri del nucleo speciale presso il comando di via Brigata ad Avellino. Nel luglio del 2022, come è noto, sono stati eseguiti accertamenti sulla vettura noleggiata da Romina Manzo, figlia di Mimì, e guidata, la sera della scomparsa dell’uomo, dalla sua amica Loredana Scannelli. La vettura era stata sequestrata tuttavia nel gennaio del 2022. Gli accertamenti, con la presenza anche dei periti di parte, furono eseguiti presso la sede del comando provinciale dei Carabinieri. Gli esperti del Ris avevano isolato alcune tracce biologiche, molto probabilmente sangue, poi messo a confronto con il Dna dei familiari di Manzo. La domanda che potrebbe sciogliere l’ avviso di conclusione delle indagini e” semplice: c’era il sangue di Mimi’ Manzo su quella vettura? Le analisi ed i risultati, giova ricordarlo, non sono mai stati resi noti.
UNA FIGLIA PUO” PARTECIPARE AL SEQUESTRO DEL PADRE?
La domanda che divide tutti però è una sola: Romina Manzo, appena ventenne quattro anni fa, avrebbe potuto partecipare al sequestro del padre? Purtroppo in Irpinia ed anche di recente ci sono stati precedenti gravi in tal senso. Ma sono casi diversi ovviamente. Perche” avrebbe dovuto concorrere al sequestro del padre? Perche’ dopo anni ancora dovrebbe coprire qualcuno, visto che ha confessato piu” volte che non si fida piu’ dei suoi amici? Romina lo ha detto solo qualche giorno fa. Non teme il processo ma il pericolo che su quanto avvenuto a suo padre, quella verità non esca mai fuori. Intanto l’eventuale notifica sarà importante proprio per capire quali sono le accuse a suo carico, non i reati ma l’imputazione. Un momento di “verità”. Quello che si è auspicato anche la legale della ragazza, l’avvocato Federica Renna, che ha detto: finalmente avremo le carte. Dopo circa 1409 giorni dalla scomparsa una svolta vicina? A quanto pare si.