Caso Luca Abete, il funzionario della Questura chiede scusa: “Ho sbagliato”

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“Mi assumo le mie responsabilità, consapevole delle sanzioni che seguiranno. Ammetto di aver sbagliato ma in questo momento non voglio che le mie scuse possano essere interpretate come un tentativo di giustificazione, in questo momento sento il bisogno di esprimere il mio dispiacere a Luca Abete, per le parole che, in un momento di particolare concitazione, ho pronunciato”.

Così – in una intervista a Il Mattino – il vice questore aggiunto presso la Questura di Avellino, Elio Iannuzzi, finito nell’occhio del ciclone dopo i fatti che lo scorso venerdì portarono al parapiglia ad Avellino tra l’inviato di Striscia Luca Abete e funzionari di via Palatucci.

Più che per i modi bruschi con cui lo stesso funzionario dello Stato ha “fermato” Abete (irpino d’origini, come lo stesso Iannuzzi, ndr), le critiche piovute su Iannuzzi si sono concentrate per quella frase (“… sei un mongoloide”) pronunciata contro l’inviato del Tg satirico.

Ma cosa è accaduto? “La tensione in quel momento mi ha sopraffatto – dice Iannuzzi a Il Mattino – Il giornalista aveva già avvicinato e intervistato il ministro, le fasi in cui c’è stato il mio errore sono quelle più convulse e delicate quando la personalità stava ripartendo. In più, nel suo ultimo tentativo di raggiungere il ministro, Luca Abete ha colpito e travolto una mia collega che peraltro aveva proprio le mani in alto”.

Iannuzzi si dice costernato per l’imperdonabile errore commesso. “Ho ammesso l’errore prima con i miei superiori e poi pubblicamente. Sono pentito per quelle frasi dette. Ho ripensato a quante volte io ed i miei colleghi li abbiamo incontrati e sostenuti e conosco anche i sacrifici dei loro familiari. So che sono stati ingiustamente colpiti dalle mie parole. Da poliziotto e da uomo, chiedo scusa, sono pronto ad accettare una punizione per il mio comportamento e mi auguro solo di avere un’occasione per riscattarmi”.

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