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Carotenuto – Dove “non” osano le aquile

Dove osano le aquile è un film britannico del 1968 diretto da Brian G.Hutton, ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale narra le vicende di un commando di paracadutisti inglesi incaricato di liberare il generale statunitense Carnaby, ideatore del piano d’invasione dell’Europa. Il generale è stato catturato dai tedeschi e tenuto prigioniero in un castello sulle alpi bavaresi.

Dove “non” osano le aquile potrebbe essere il titolo del remake calcistico della celebre pellicola, protagonista non il commando inglese bensì una squadra calcistica del mandamento, ovvero il Carotenuto che sulla propria effige sfoggia proprio un aquila rapace sullo sfondo rossonero.

La truppa del presidente Rozza in questo campionato di Promozione ha battuto in negativo tutti i record: si è perso il numero dei repentini cambi sullo scranno, dovuti non sempre alle scelte societarie, cambi anche in dirigenza, con il diesse Gagliardi che è passato proprio ai rivali del Baiano, poi basterebbe snocciolare qualche numero per confezionare l’horror. Appena quattro reti segnate in venticinque gare, due sole vittorie e 14 punti in totale che non possono che significare il grado di cenerentola dell’accozzamento.

Un’astinenza da gol che è andata dal 21 novembre contro l’Ariano al 6 febbraio con la vittoria contro la Virtus Goti timbrata da capitan Montuori. Quasi 800 minuti senza andare a segno, soli tre marcatori in totale: oltre al capitano soltanto Claudio Rega e Davide Vetrano sono andato a segno.

A questo si aggiunge l’onta della peggior sconfitta patita dalla formazione mugnanese nella sua storia: l’8-0 rifilato dal Grotta alla 4° di ritorno, non era mai accaduto, al massimo uno 0-6 contro la Palmese. Poi i tanti cambiamenti anche in organico, giocatori acquistati con cadenza settimanale che ogni volta esordivano con una sconfitta.

Le reazioni dei tifosi: prima gli striscioni contro la presidenza e poi la querelle con la dirigenza dello Sporting Accadìa, non proprio accolti alla Anfitrione maniera quando gli appenninici giunsero al “Sanseverino”. Episodi da condannare ma sicuramente figli della pesante situazione che sta vivendo la squadra. Parliamo di un club che, dopo la promozione del 1996/97, visse anche due stagioni in Eccellenza e che dal 2013 mantiene la cadetteria regionale.

Ora cinque gare per tentare l’impresa di evitare perlomeno l’ultimo posto che significherebbe retrocessione diretta. La corsa è con il San Martino Valle Caudina, che ha appena rifilato 4 schiaffoni ai mandamentali nell’ultimo turno.

Le gare sono le seguenti: due in casa contro Serino e Baiano e tre a domicilio di Ariano, Solofra e Virtus. Decisivi i prossimi due scontri salvezza, mentre alle ultime tre la banda Scognamiglio dovrebbe trovare quasi sicuramente squadre che, a quel punto del campionato, non avrebbero più niente da chiedere al torneo. Leggermente più difficile il calendario dei caudini, ma il rullino di marcia dei mugnanesi è così deficitario che impone soltanto i titoli di coda sulla stagione.

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