Carnevale Morto a Montemarano: un rituale antico per concludere i festeggiamenti

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Domani Montemarano vivrà una delle tradizioni più affascinanti e caratteristiche del suo Carnevale: il Carnevale Morto, un rituale che affonda le radici nella storia del paese e che segna simbolicamente la chiusura dei festeggiamenti carnevaleschi. Questa usanza, molto sentita dalla comunità, unisce divertimento, satira e cultura popolare, portando alla luce un’antica tradizione che continua a coinvolgere il pubblico di ogni età.

La giornata inizierà dalle 11:00 alle 12:30 presso la palestra comunale, dove si terrà uno stage di Tarantella Montemaranese, organizzato dalla Scuola di Tarantella Montemaranese.

Alle 12:30, l’atmosfera festosa si trasferirà in Piazza Mercato, dove il gruppo Bakkano Sound animerà la piazza con un intrattenimento musicale coinvolgente.

Nel pomeriggio, alle 16:00, prenderà vita il cuore del Carnevale Morto: le vie del paese ospiteranno la tradizionale sfilata del Carnevale, durante la quale il protagonista, il “Carnevale”, si sentirà male e verrà soccorso dai presenti. Un simbolico tentativo di rianimarlo, che darà vita a un vero e proprio “corteo funebre” in chiave ironica. La scena culminerà con la lettura del testamento di Carnevale, dove saranno punzecchiate le situazioni più salienti che hanno caratterizzato l’anno nel paese.

Infine, la serata si concluderà alle 21:30, sempre in Piazza Mercato, con i tradizionali balli in piazza accompagnati dal gruppo Battista Band.

Roberto D’Agnese,  Referente per la Regione Campania del “Centro Coordinamento Maschere Italiane”, ha sottolineato l’importanza di valorizzare rituali come quello del Carnevale Morto: “Il Carnevale in Irpinia ha un grosso potenziale. La valorizzazione di tradizioni come queste è fondamentale per mantenere vive le nostre radici culturali, che sono un patrimonio da preservare e trasmettere alle future generazioni. Montemarano, con il suo Carnevale Morto, rappresenta un esempio di come la cultura e le tradizioni locali possano essere un motore di identità e coesione sociale, mentre la comunità si riunisce per celebrare un passato ricco di significati e una contemporaneità che non dimentica le sue origini” – conclude D’Agnese.