Carne rossa e tumori, Gridelli: “Mangiare bistecca bruciata è come fumare 600 sigarette”

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Per il famoso medico oncologo del Moscati di Avellino Cesare Gridelli, le recenti affermazioni dell’OMS sulle carni rosse e lavorate e sulle loro presunte pericolosità non rappresentano una novità.

Intervistato da Il Mattino, Gridelli spiega: “Lo studio non aggiunge nulla alle ricerche effettuate negli ultimi anni, è un attento monitoraggio che però giunge a delle conclusioni precise e scientificamente molto attendibili. Quella fondamentale è che le carni non lavorate sono probabilmente cancerogene, mentre quelle lavorate lo sono sicuramente e fanno male alla salute come, se non più, del fumo. Basti pensare che una bistecca un po’ bruciata equivale a fumare 600 sigarette”.

L'oncologo Cesare Gridelli
L’oncologo Cesare Gridelli

GLI IDROCARBURI POLICICLICI – Gridelli entra nel dettaglio spiegando che per quanto riguarda la modalità di cottura delle carni, “… il formarsi di quel nero tipico delle cotture alla brace non indica altro che la presenza di idrocarburi policiclici aromatici, già noti perchè probabili o possibili elementi cancerogeni per l’uomo. La stessa sostanza si trova in miscela con altre sostanze nel fumo delle sigarette. Ecco perchè un chilo di carne rossa molto annerita, quindi più gustosa, presenta quindi la stessa quota di questa sostanza pari a circa 600 sigarette”.

“Mangiare carne rossa fa venire il cancro? Non parliamo di un alimento sano per due motivi perché ha grassi saturi che fanno malissimo e poi il colore della carne è dovuto a fattori ossidanti”.

Di qui la conclusione. Chi consuma regolarmente carne rossa “… ha più probabilità di ammalarsi di chi si astiene o la mangia saltuariamente”, mentre al momento la carne bianca “… non presenta controindicazioni”.

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