Carlo Buccirosso ospite al Teatro Comunale di Lacedonia

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Domani, 29 gennaio, l’attesissima performance teatrale di Carlo Buccirosso, con la sua compagnia. Sul proscenio una commedia a dir poco esilarante, vero eufemismo, laddove si consideri che le risate sono garantite dall’inizio alla fine. Il comico ed autore partenopeo, noto al grande pubblico soprattutto per i film ai quali ha partecipato, prende spunto dai manzoniani Promessi Sposi per creare, in costumi seicenteschi, una commedia degli equivoci tutta da gustare.

Il sold out è già una realtà, come è stato per gli anni pregressi. Non è infatti la prima volta che Buccirosso inserisce Lacedonia nella sua tournée, confortato dall’esperienza degli anni scorsi, nei quali ha sempre ricevuto un’accoglienza a dir poco calorosa, ma anche dalla qualità del teatro, che oltre alla platea ha anche la tribuna e, cosa importantissima, oltre centocinquanta metri di camerini all’avanguardia allocati proprio sotto il palco, la qual cosa produce meraviglia in moltissimi attori di grosso calibro, che non trovano gli stessi confort in teatri molto più blasonati addirittura nella stessa Napoli.

Antonio Caradonna, vicesindaco ed assessore alla cultura di Lacedonia, anima gerente la struttura, esprimere la sua soddisfazione con parole che non lasciano adito a dubbi di sorta.

«Anche per l’anno in corso – afferma -abbiamo centrato tutti gli obiettivi, a cominciare dal numero di abbonamenti, che lascia scoperti pochissimi posti. È evidente che, a fronte di altre realtà teatrali che rischiano la crisi, la nostra è al riparo da pericoli di qual si voglia sorta, grazie ad una richiesta di eventi teatrali sempre più cospicua promanante dalle vicine Puglie e dalla Basilicata, regioni a noi confinanti, oltre che, naturalmente, dalla nostra Irpinia.

Tengo inoltre a sottolineare che tutti, all’interno del Teatro, agiscono volontaristicamente e non percepiscono alcun compenso, a cominciare da chi si occupa della logistica, a chi invece cura la contabilità, dalle ragazze che si prestano a fare da maschera a quelli che curano il servizio d’ordine».

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