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Carcere di Bellizzi, agente soccorre detenuto ma viene colpito con un pugno al volto

Stava fornendo il primo soccorso a un detenuto colpito da crisi epilettiche ma, nella concitazione, un altro ristretto gli ha sferrato un pugno al volto.

E’ accaduto Sabato scorso nel carcere di Avellino dove un agente di Polizia Penitenziaria è stato aggredito da un detenuto. A dare la notizia è il Si.P.Pe. (Sindacato Polizia Penitenziaria) “L’agente, mentre soccorreva un altro detenuto, è stato colpito sul viso, facendo quindi scattare l’allarme e dove sul posto sono intervenuti tutti i poliziotti in servizio”, spiega il segretario generale del Si.P.Pe. Alessandro De Pasquale.

“Le aggressioni negli istituti penitenziari – riferisce De Pasquale – non sono più un fatto eccezionale ma sono all’ordine del giorno, a tal punto da far arrivare tale criticità in parlamento con diverse azioni del movimento 5 stelle che da tempo si sta interessando al fenomeno, su continue sollecitazioni del Si.P.Pe.

” Al poliziotto ferito va la solidarietà del Si.P.Pe. che chiaramente non è sufficiente perchè l’agente porterà con se il ricordo e le cicatrici di tale atto violento”.

I detenuti, autori e responsabili di tali atti, subiscono un processo penale ma, frequentemente, non sono in grado di risarcire il danno causato poiché nullatenenti.

L’amministrazione penitenziaria – dichiara De Pasquale – è tenuta ad attuare una o più specifiche azioni tese a prevenire gli effetti dannosi sulle persone. Gli agenti di polizia penitenziaria operano quasi sempre in una condizione di emergenza e spesso le criticità, potenzialmente pericolose, vengono contenute grazie all’esperienza degli agenti stessi divenuti ormai abili professionisti della sicurezza sociale all’interno delle strutture penitenziarie, come avvenuto nel carcere di Avellino.

Conclude De Pasquale, che episodi come quelli di Avellino evidenziano un fallimento del sistema dell’esecuzione penale e dell’inefficienza delle strutture penitenziarie.

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