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Carabinieri, il bilancio dell’attività del Comando Provinciale di Napoli: tutti i numeri del 2020

Il bilancio dell’Arma dei Carabinieri ai tempi del coronavirus: un anno tra sicurezza e solidarietà- 3400 le persone arrestate, 238 delle quali per associazione di tipo mafioso, 18mila quelle denunciate a piede libero di cui 780 parcheggiatori abusivi, mezza tonnellata di droga sequestrata, 227 armi sottratte alla criminalità, 35milioni di euro il valore dei beni illeciti sottratti alla criminalità organizzata. Molte le iniziative a sostegno delle fasce deboli

A pochi giorni dalla fine del 2020 il Comando Provinciale Carabinieri di Napoli traccia un bilancio delle attività preventive e repressive poste in essere durante l’anno. Un anno reso particolarmente difficile dalla pandemia ancora in corso e durante il quale l‘attività istituzionale è stata affiancata anche da iniziative sociali volte alla tutela dei più deboli e di coloro i quali hanno subito in maniera più evidente il disagio causato dall’epidemia. Risultati positivi ottenuti anche grazie al coordinamento dell’autorità giudiziaria e alla consolidata sinergia con le altre forze di polizia e le realtà istituzionali locali. 3400 le persone arrestate, 18006 quelle denunciate. 635828 le persone identificate e 352445 i veicoli controllati (dato aggiornato al 26 dicembre, ndr) Durante il 2020 si è assistito ad un calo dei delitti a Napoli e in provincia del 14,36 per cento. Dato in discesa anche per le rapine e i furti, diminuiti rispettivamente del 20,78 e del 22,17 per cento. Incisiva l’azione di contrasto dei Carabinieri del Comando Provinciale di Napoli che – sotto il coordinamento della DDA partenopea – hanno duramente colpito le organizzazioni criminali del territorio. Tante le operazioni eseguite nel corso dell’anno. Tra queste, quella che nel Gennaio 2020, ha portato all’esecuzione di una misura cautelare a carico di 36 persone, ritenute affiliate al Clan napoletano “Luongo – D’Amico”. Nello scorso Febbraio sono state 24 le persone arrestate durante l’operazione “Piazza Pulita”. Tutte sono ritenute gravemente indiziate di aver agito al fine di agevolare l’attività dell’associazione camorristica denominata clan “Orlando”, egemone sul territorio di Marano di Napoli, Quarto Flegreo e zone limitrofe. Ancora a Febbraio sono 35 le persone arrestate nel corso di un operazione interforze  coordinata dalla DDA di Napoli: gli indagati, chiamati a rispondere, a vario titolo, dei reati di associazione di tipo mafioso, di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, estorsioni, detenzione di numerose armi da fuoco, ricettazione, intestazione fittizia di beni immobili ed incendio, sono ritenuti legati al clan “Abbasc’ Miano” una costola del sodalizio camorristico dei “Lo Russo”, storicamente attivo nella zona  cittadina di Miano e territori limitrofi , Chiaiano, Piscinola, Marianella, Colli Aminei. Nel Maggio due sono stati i provvedimenti cautelari eseguiti dai Carabinieri contro esponenti della c.o. Il primo, eseguito a Marano sotto il coordinamento della DDA di Napoli, ha portato all’arresto di 16 persone contigue al Clan “Polverino”, gravemente indiziate dei delitti di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti e all’intestazione fittizia di beni, aggravati dal metodo mafioso. Il secondo a Torre Annunziata, dove, sotto il coordinamento della Procura oplontina, sono state arrestate 19 persone e 2 sono quelle colpite dalla misura dell’obbligo di dimora, per i reati di detenzione di stupefacenti a fini di spaccio, sostituzione di persona, estorsione, porto abusivo di armi e falsità ideologica commessa dal privato.

Il 3 Giugno scorso i Carabinieri hanno eseguito un’ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere, degli AA.DD. e dell’obbligo di presentazione alla p.g., emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia partenopea a carico di 29 persone gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione illecita e cessione di sostanza stupefacente, aggravati dalle finalità mafiose, per aver agito avvalendosi della forza intimidatrice derivante dall’appartenenza al clan “D’Alessandro” – operante in Castellammare di Stabia – nonché al clan “Afeltra – Di Martino” operante sui Monti Lattari.  E ancora, nel luglio scorso una maxi operazione interforze ha portato all’arresto di 51 soggetti ritenuti affiliati al clan camorristico de “La Vanella Grassi”. Erano ritenuti gravemente indiziati di associazione di tipo mafioso finalizzata alla commissione di una pluralità di reati e di altre attività illecite (traffico di sostanze stupefacenti, estorsioni e detenzione illegale di armi). Nel mese di settembre è stata eseguita un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di quattro indagati, emessa dal GIP del Tribunale di Napoli, all’esito di articolate indagini svolte dalla Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti dei responsabili dell’omicidio di Ciro Maisto, perpetrato in Napoli il 6.8.2008 all’interno della villa comunale di Secondigliano. Tra i soggetti colpiti dalla misura cautelare figura, in qualità di mandante, Marco Di Lauro, tratto in arresto nel marzo 2019 dopo circa 15 anni di irreperibilità e già inserito nell’elenco dei latitanti più ricercati a livello nazionale. Nello stesso mese, durante un’operazione interforze sono state arrestate 15 persone gravemente indiziate, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsione, danneggiamento, porto e detenzione di materiale esplodente, tutti aggravati dal metodo mafioso e dalla finalità di affermare la supremazia di un nuovo clan in Torre Annunziata, denominato “Quarto sistema” o “Sauriell – Scarpa”, in aperto e dichiarato contrasto con i clan storicamente egemoni su quel territorio (Clan Gionta e Gallo Cavalieri).  E’ di Novembre, invece, l’operazione dei carabinieri del Comando Provinciale di Napoli che ha portato all’arresto di 16 persone ritenute responsabili a vario titolo di associazione di tipo mafioso,  omicidio, tentato omicidio,  estorsione, detenzione e cessione di  sostanze stupefacenti, porto e uso illegale d’armi da fuoco ed altro. Sono stati tutti ritenuti vicini al clan “Giannelli” operante nella città di Napoli, nelle aree urbane  di Cavalleggeri d’Aosta, Coroglio, Agnano e Bagnoli. Nei giorni scorsi, invece, un’importante operazione anti-camorra ha portato all’arresto di 22 persone vicine al gruppo camorristico facente capo a Bruno Mascitelli “O’ Canotto” (già ritenuto contiguo al clan Sarno, operante nel quartiere Ponticelli di Napoli e nei paesi dell’Area Vesuviana) e gravemente indiziate a vario titolo di associazione di tipo mafioso finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti,  della commissione di reati in materia di armi, contro il patrimonio e la persona.  Non sono mancati anche gli arresti di latitanti. Nel Febbraio scorso è stato arrestato Vincenzo Desiderio, latitante dal novembre del 2019 e destinatario di un ordine di carcerazione emesso dalla Procura Generale di Napoli poiché condannato a 10 anni di reclusione in quanto ritenuto implicato in un’associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti che importava in Italia ingenti quantitativi di droga dal Centroamerica e dal Nord Africa, anche con esponenti della criminalità organizzata calabrese. Desiderio è stato rintracciato a Napoli in Piazza Canneto, mentre si apprestava a salire su un’autovettura. A tradirlo il pass invalidi regolarmente intestato alla sorella, esposto in bella evidenza sul cruscotto e grazie al quale aveva libero accesso alla Z.T.L. del centro storico.

A giugno, è stato catturato Ciro Imperatrice, latitante considerato tra i vertici del clan Cuccaro – Andolfi del quartiere Barra di Napoli, destinatario di un ordine di carcerazione emesso dalla Procura Generale di Napoli poiché condannato a 2 anni e mesi 5 di reclusione per il reato di associazione di tipo mafioso. Il latitante è stato arrestato dopo un’intensa e articolata attività investigativa, rintracciato in un’abitazione di Cupa Rubinacci. Fu sorpreso nascosto all’interno di un armadio della camera da letto. In agosto è stato arrestato il latitante Giovanni D’Alessandro, sfuggito alla cattura durante l’esecuzione dell’operazione “Domino”. Sfuggiti alla cattura, invece, durante l’operazione che ha inferto un duro colpo al “Quarto Sistema” di Torre Annunziata, Vincenzo Somma e Pasquale Cherillo. Entrambi sono stati rispettivamente catturati nel novembre e nel dicembre di quest’anno. Un’attività incisiva, dunque, che ha dato impulso anche a inchieste sui patrimoni illecitamente accumulati così come alla ricerca delle tecniche di infiltrazione nelle attività imprenditoriali. Un analisi strutturale per comprendere e individuare il circuito di interessi economici, patrimoniali e societari riconducibili ai contesti criminali che ha portato al sequestro di oltre 35 milioni di euro in beni, sottratti alla criminalità. Tra le operazioni più importanti quella che ha portato nel giugno scorso al sequestro di beni per 10 milioni di euro al clan “Polverino”: due ville da dodici vani complessivi, due garage ed un magazzino-deposito alla via Marano Quarto, sei locali commerciali ubicati alla via San Rocco, un magazzino deposito ubicato alla via della Recca, tre appezzamenti di terreno delle dimensioni complessive di oltre 39mila mq e un immobile adibito a scuola in via Caracciolo Sul fronte antimafia, il Comando Provinciale di Napoli ha fornito un enorme contributo nell’accertare il coinvolgimento della criminalità nel tessuto di numerose società ed aziende della città e della provincia. Decisivo il ruolo svolto nell’elaborazione e nell’emissione di 79 interdittive antimafia firmate dal Prefetto di Napoli. Indagini svolte in particolare nei settori della sanità privata, edilizia, ristorazione, distribuzione alimentare e delle onoranze funebri. Impressionanti i risultati nell’ambito del contrasto al traffico di stupefacenti: sottratti alla criminalità oltre 461 chili di droga di ogni genere: marijuana, cocaina, eroina, crack, kobret, hashish, metadone e metanfetamina. Elevati anche i numeri in materia di armi. Nel territorio partenopeo e nell’intera provincia sono 227 le armi sottratte alla criminalità: 131 pistole, 88 fucili, 2 mitragliatori, 1 penna pistola e 5 ordigni esplosivi. E ancora ben 6775 munizioni di vario calibro. Da sempre, particolare attenzione è stata dedicata dal Comando Provinciale di Napoli alla tutela delle fasce deboli. All’ordine del giorno gli interventi in abitazioni private per litigi, estorsione da parte di familiari tossicodipendenti, tentati omicidi e maltrattamenti in famiglia. Ed è proprio per quest’ultimo reato che l’Arma dei Carabinieri è in prima linea con attività preventive e repressive e con iniziative di sensibilizzazione su tutto il territorio di Napoli e Provincia. Esiste a Capodimonte la “stanza tutta per sé”, un ambiente realizzato in collaborazione con Soroptimist Italia e dedicato all’ascolto di vittime di violenze o abusi. In sperimentazione lo smartwatch “mobile angel” , un dispositivo affidato alle vittime di stalking o violenza che consente di attivare l’intervento del 112 con un semplice click. Realizzato anche un poster nel quale si sensibilizzano le vittime di violenza di genere a denunciare: un’iniziativa semplice, ma d’impatto con un poster affisso nelle 100 stazioni e tenenze Carabinieri del territorio napoletano. E’ sempre in attività una squadra di Carabinieri specializzati che sono a disposizione per le emergenze in ogni luogo della provincia.

Fasce deboli che comprendono ovviamente anche gli anziani, categoria da sempre al centro dell’attenzione del Comando Provinciale di Napoli. Ed è proprio sulle truffe ai danni degli anziani che i Carabinieri partenopei stanno investendo nel contrastare il fenomeno e nel sensibilizzare la popolazione a non cedere all’inganno. Per questo reato odioso, negli ultimi mesi, sono state arrestate ben 18 persone in flagranza di reato. Le zone di Napoli che hanno visto i truffatori agire sono i quartieri Vomero, Chiaia, Fuorigrotta e il Centro Storico. Gli altri arresti, in Provincia, sono stati eseguiti nelle cittadine di Sorrento, Castellammare, Pozzuoli e in alcuni Comuni dell’area nord di Napoli A poche ore dal Capodanno è intensa l’attività dei carabinieri artificieri, impegnati nel contrasto all’uso dei botti illegali. Un fenomeno che spesso coinvolge anche minori e che vede ogni anno decine di persone subire gravi lesioni. Ed è proprio nell’ambito dei servizi disposti dal Comando Provinciale di Napoli per prevenire l’utilizzo di fuochi non autorizzati che i militari della tenenza di Ercolano hanno recentemente arrestato un 20enne di Torre del Greco, trovato in possesso di 77 “rendini”, ordigni esplosivi improvvisati non convenzionali, 4 “cipolle”, artifizi assimilabili alle bombe carta e 161 “Lupo 26”. Anche in città sono stati eseguiti sequestri di botti illegali: 24 i chili di fuochi sequestrati ieri nel quartiere Vomero, 2 quelli sottratti ad un rivenditore abusivo della Pignasecca. In entrambi i casi sono scattate denunce per chi li aveva posti in vendita. “Usa la testa, non rovinarti la festa”, il motto ideato dal Comando Provinciale Carabinieri di Napoli per sensibilizzare la popolazione ad un uso cosciente dei fuochi d’artificio. Energica anche l’attività di contrasto ai parcheggiatori abusivi che, anche durante la pandemia, non hanno interrotto le loro attività illecite. Sono 780 quelli sanzionati penalmente e amministrativamente nel corso dell’anno, gran parte sul territorio della città di Napoli. Presìdi sul territorio ma anche tanta solidarietà. Venendo incontro alle esigenze didattiche degli studenti, impossibilitati a frequentare le lezioni negli istituti scolastici, i carabinieri hanno distribuito sul territorio di Napoli e Provincia centinaia di dispositivi per l’e-learning. Grazie alla collaborazione tra Poste Italiane e l’Arma dei Carabinieri, inoltre, i militari del Comando Provinciale di Napoli hanno garantito la consegna a domicilio della pensione a oltre 290 utenti, evitando che questi fossero esposti al contagio. Consegnata qualche giorno fa al personale sanitario del Monaldi e del Cotugno una statua, realizzata da un carabiniere scultore e cultore della carta pesta leccese. Un trittico nel quale due carabinieri sorreggono e proteggono l’Italia e la affidano ai medici che le prestano soccorso: un’immagine che simboleggia la comunione di intenti tra i Carabinieri ed il personale sanitario. E’ di qualche giorno fa l’operazione Santa Claus un’iniziativa ideata e promossa dall’associazione di volontariato napoletana “Asso.Gio.Ca”, con la collaborazione di attori, intellettuali e artisti campani e del Comando Provinciale dei Carabinieri di Napoli. Personalizzati per maschietti e femminucce e differenziati per fasce di età sono oltre 400 i giocattoli consegnati in giro per la città dall’associazione Asso.Gio.Ca e dai Carabinieri. In conclusione, un’attività quella del Comando Provinciale Carabinieri di Napoli mirata a garantire al cittadino vicinanza e sicurezza con una presenza capillare e confortante sul territorio grazie alle 100 Stazioni e Tenenze carabinieri e alle 16 Compagnie Carabinieri capillarmente distribuite.

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