La Capitale Italiana della Cultura, istituita nel 2014, rappresenta un riconoscimento di straordinaria importanza per le città del nostro Paese, con l’obiettivo di valorizzarne il patrimonio artistico, storico e culturale, stimolando la crescita sociale ed economica attraverso progetti che mirano a rigenerare l’identità locale. La selezione per il titolo del 2027 ha visto emergere dieci città finaliste, due delle quali campane: Pompei e Sant’Andrea di Conza, piccola realtà irpina. Un risultato che testimonia, ancora una volta, la ricchezza e la vitalità di una terra che ha saputo custodire e valorizzare il proprio passato per proiettarlo verso il futuro.
La Capitale Italiana della Cultura deve rispondere a criteri ben precisi tra cui capacità di sviluppare progetti culturali innovativi, coinvolgimento della cittadinanza e delle istituzioni, e potenziale di promuovere una crescita sostenibile e inclusiva. Il titolo, assegnato annualmente, è un’opportunità per il territorio vincitore di emergere sulla scena nazionale e internazionale, favorendo nuove forme di partecipazione culturale e incentivando l’afflusso turistico.
Annamaria Chirico, proprietaria dell’omonima azienda di grano cotto e ambasciatrice della tradizione culinaria napoletana, ha espresso il suo orgoglio per la presenza di due città campane tra le finaliste: “Pompei e Sant’Andrea di Conza rappresentano due volti della nostra terra: uno legato all’immensità della storia antica, l’altro alla bellezza intima di un borgo che risplende di tradizioni. È il segno che la Campania, con la sua cultura millenaria e le sue radici gastronomiche, ha ancora tanto da offrire al mondo. L’identità di una terra è una fusione di storia e cucina, due dimensioni che ci legano a chi siamo e a dove vogliamo andare”.
Nel caso di Pompei, la candidatura con il progetto Pompei Continuum si propone come una visione ambiziosa, capace di risvegliare e rigenerare un luogo simbolo della storia antica, conosciuto in tutto il mondo. Grazie alla collaborazione tra istituzioni prestigiose come il Parco Archeologico di Pompei, il Pontificio Santuario di Pompei e l’UNESCO, si punta a rendere la città vesuviana non solo un punto di riferimento per l’archeologia, ma anche un laboratorio di innovazione culturale, dove arte, partecipazione cittadina e sviluppo sostenibile si intrecciano. La rigenerazione urbana e turistica è al centro del progetto, con l’obiettivo di trasformare Pompei in un centro di attrazione culturale continuo, capace di dialogare con il passato ma proiettato verso il futuro.
Dall’altro lato, Sant’Andrea di Conza, con il suo progetto Incontro Tempo, si colloca nel cuore dell’Alta Irpinia, un territorio ancora da scoprire per molti, ma di straordinaria bellezza. La candidatura di questo piccolo comune, infatti, non è solo una celebrazione della sua storia e delle sue tradizioni, ma è parte di un grande progetto culturale che coinvolge ben 25 Comuni e altre 70 realtà locali. L’obiettivo è quello di creare un circuito culturale stabile e innovativo, capace di mettere in rete arte, storia e natura, ma anche di esaltare le eccellenze enogastronomiche e le tradizioni che rendono l’Irpinia un luogo unico.
Queste due candidature, seppur diverse per dimensioni e contesto, condividono una visione comune: fare della cultura il motore di una rinascita territoriale, basata sulla partecipazione attiva della comunità e sul rispetto delle tradizioni, senza rinunciare a innovare. In tal senso, come sottolinea Annamaria Chirico, “la forza della Campania risiede proprio nella sua capacità di tenere insieme storia e innovazione, arte e cucina, città millenarie e borghi rurali, in un percorso che esalta l’essenza più autentica del nostro patrimonio”.
La scelta finale, prevista per il 2027, sarà sicuramente un momento di grande interesse per tutta la nazione, ma la presenza di Pompei e Sant’Andrea di Conza tra le finaliste è già un segnale chiaro dell’inestimabile bagaglio di storia, cultura e tradizioni della Campania.