Candela e fiori sul luogo del delitto. I colleghi piangono Ivan

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Una candela e delle rose sul marciapiede di Corso Vittorio Veneto a Grottaminarda, nel punto in cui Ivan Kantsedal è stato freddato con diversi colpi di Revolver calibro 38 da Angelo Girolamo, sabato sera. Qualcuno ha deciso di lasciare un simbolo in sua memoria in attesa dei funerali che si terranno dopo l’autopsia.

Intanto quanti lo conoscevano bene contestano le voci che lo definiscono un attaccabrighe poco raccomandabile, in particolare i suoi colleghi di lavoro del Centro per anziani di Grottaminarda – il 46enne ucraino era un Operatore Socio Sanitario – lo descrivono quale lavoratore infaticabile, affidabile e corretto. Piangono la sua morte e non si capacitano di una tale efferata fine.

E non sono i soli. Con un comunicato stampa l’Associazione “Ucraini Irpini” manifesta solidarietà nei confronti dei familiari di Ivan che lascia un figlio di 14 anni che vive a Modena con la madre, una compagna che viveva con lui a Grottaminarda e la madre, anche lei stabilitasi da diversi anni a Grottaminarda.

Omicidio_Grottaminarda_fiori“L’Associazione Ucraini Irpini si stringe attorno ai familiari di Ivan – si legge nella nota – Accendiamo una candela alla sua memoria. Nulla possa giustificare un omicidio, una crudeltà, l’aggressione. Restiamo a disposizione per qualsiasi supporto ai suoi cari in Italia e anche in Ucraina che non riusciranno a partecipare al funerale. Sappiamo che questo omicida non ha nulla in comune con il popolo Irpino, da sempre generoso e pronto a sostenere i più deboli, a cui sentiamo appartenere da tempo”.

E la comunità Grottese ha mostrato il suo senso di solidarietà anche nei momenti concitati subito dopo il delitto. A parte un paio di imbecilli che hanno pensato di filmare l’uomo a terra agonizzante, diverse persone si sono precipitate a prestargli soccorso, a cominciare dalle dottoresse della farmacia di fronte e poi lo stesso sindaco, Marcantonio Spera, che in qualità di medico si è fermato per dare il suo supporto ed ha anche parlato con l’omicida invitandolo a posare l’arma.

Intanto Angelo Girolamo, che si è consegnato spontaneamente ai carabinieri non allontanandosi mai dal luogo del delitto, resta in carcere ad Ariano Irpino. La versione fornita al Gip nel corso dell’interrogatorio di convalida non è stata ritenuta credibile, resta contestata la premeditazione e saranno effettuati ulteriori approfondimenti. leggi qui il movente fornito.