Camorra, l’intervento del clan Contini per recuperare un milione ad Avellino

0
2630

AVELLINO- Un “recupero” da un milione di euro ad Avellino per cui erano intervenuti due elementi apicali del clan Contini. E’ uno degli episodi emersi dal racconto relativo al gruppo storicamente guidato da Eduardo Contini “o romano”, uno dei capi della cosiddetta “Alleanza di Secondigliano” che due giorni fa ha portato i Carabinieri della Dda di Napoli ad eseguire 11 misure cautelari firmate dal Gip Federica Colucci su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli (coordinata dai pm Rosa Volpe, Daniela Varone e Alessandra Converso) otto in carcere e tre ai domiciliari. Agli esponenti dell’organizzazione criminale, attiva nelle zone di San Giovanniello, Borgo San Antonio Abate, Ferrovia, Vasto-Arenaccia, Stadera-Poggioreale e Rione Amicizia, si contesta a vario titolo l’associazione mafiosa e il trasferimento fraudolento di valori. Si tratta delle dichiarazioni di Patrizio Russo, che ha inziato a collaborare nell’ anno 2019. Si tratta di un soggetto che era attiguo al clan Contini. Come raccontato dallo stesso avrebbe infatti, agevolato la latitanza di alcuni esponenti di rilievo del clan.

In particolare Gaetano Attardo, ha reso dichiarazioni sulle attività di usura ed estorsioni poste in essere dal clan Contini. Secondo il Gip Colucci “il collaboratore è risultato attendibile, in quanto le dichiarazioni dallo stesso rese sono state già utilizzate in numerosi procedimenti ed ha beneficiato della speciale attenuante di cui all’articolo 8. In particolare sul conto di Carmine Botta, che e’ secondo le indagini un “organizzatore e promotore dell’associazione con ruolo di luogotenente e dirigente del gruppo operativo nella zona di “Sangiovanniello ” (che si estende da Piazza Carlo III fino at “Ponti Rossi”, al Corso Secondigliano e all ‘Aeroporto di Napoli), per averi concordato e condiviso con i vertici del clan Contini, e quale diretto referente dei capi, le linee strategiche del sodalizio con riferimento alle più importanti attività e vicende criminali
esso riconducibili; gestendo i gruppi territoriali di riferimento; organizzando e dirigendo il traffico di sostanze stupefacenti e la rete di spacciatori operanti nelle piazze di spaccio di pertinenza dell’organizzazione occupandosi, ancora, di organizzare e programmare ‘esecuzione di attività estorsione at danni di operatori economici, nonché gestire la “cassa comune ” del clan (e tenere la relativa contabilità) interessandosi di pagare gli stipendi degli affliliati e le connesse spese di giustizia e di tenere a disposizione le somme destinate dall ‘organizzazione all ‘acquisto di sostanze stupefacenti, nonché programmare, organizzare e realizzare gli investimenti delle illecite provviste finanziarie del sodalizio in diversificate attività economiche e d ‘impresa”.

IL “RECUPERO” E IL SUMMIT DI CAMORRA
Il racconto del collaboratore di giustizia in un verbale del 7 luglio 2020, quello relativo ad una vicenda relativa ad un altro soggetto ritenuto legato al clan Contini, si tratta di Gaetano Attardo, già nei mesi scorsi coinvolto in un’altra operazione della Dda di Napoli. Ad Attardo si era rivolto un imprenditore : “che aveva un problema per recuperare soldi che aveva dato in prestito ad una società di Avellino per oltre un milione di euro. Gaetano si mise d ‘accordo con un personaggio di Avellino che mandò a chiamare insieme a Carmine Botta”. E qui ci sarebbe stato anche un vero e proprio summit a Napoli per definire la vicenda Ci incontrarnrno presso il bar …, a piazza Poderico. Questo soggetto ricordo si chiamava Umberto ed era un soggetto malavitoso di Avellino.Era stato convocato proprio perché Avellino rientrava nella sua zona di competenza criminale. Ricordo che ….. era disposto anche o recuperare anche solo la meta’ della somma prestata dietro un regalo della restante parte in favore di Attardo Gaetano. Non so dire come è andata a finire la vicenda”. Le indagini su questa vicenda e gli eventuali accertamenti non sono note, anche perché non e’ stato almeno ufficialmente individuato il soggetto di nome Umberto che avrebbe avuto un ruolo criminale di spessore nell’avellinese, tanto da incontrarsi con uno dei reggenti della cosca più importante della città capoluogo di regione per trattare su un recupero.
Aerre