Calitri – “La Cisl conferma il suo impegno per far prevalere il dialogo ed il senso di responsabilità da parte delle istituzioni e delle parti sociali, in questa fase di grave crisi economica e sociale”. Così recita il documento redatto dal comitato esecutivo della Cisl irpina in seguito all’intesa raggiunta questa mattina tra le parti sociali e le istituzioni che ha permesso di scongiurare ben 250 licenziamenti alla CDI di Calitri. Al termine del confronto è stato stabilito che la mobilità scatterà solo su base volontaria, mentre la proprietà aziendale si è impegnata a presentare un progetto di rilancio dell’impresa, che servirà per chiedere la cassa integrazione straordinaria per la durata di un altro anno. Gli imprenditori messicani già interessati all’acquisto dello stabilimento, daranno entro il prossimo 20 febbraio una risposta definitiva sulle loro reali intenzioni. “Le misure adottate sino ad ora per contrastare la perdita di posti di lavoro e per rilanciare un’adeguata politica di investimenti – scrive il sindacato nel documento – sono state varate dal Governo grazie al lavoro svolto innanzitutto dal nostro sindacato, facendo prevalere una logica di concretezza lontana da ogni influenza politica. I risultati a favore dei lavoratori sono evidenti: lo stanziamento di tre miliardi per la Cassa Integrazione, la decisione di destinare l’85 per cento dei fondi FAS al Mezzogiorno. Adesso, occorre riproporre con forza il tema di una nuova politica dei redditi che finalmente assegni più risorse, più reddito a lavoratori e pensionati, attuando le riforme sociali necessarie per tutelare i ceti più deboli, favorendo l’ingresso nel mondo del lavoro delle giovani generazioni. La scelta del confronto, unita alla capacità di considerare lo sciopero come mezzo di lotta sindacale e non politica ha prodotto risultati importanti sia nel settore del Pubblico Impiego, sia nel comparto della Scuola, essendo stata ritirata la cosiddetta riforma del maestro unico. Per questo, la Cisl invita tutto il sindacato ad adottare d’ora in avanti iniziative di confronto e di impegno unitarie, prendendo atto della volontà dei lavoratori che hanno fatto registrare percentuali di adesione minime allo sciopero dello scorso 12 dicembre. Anche in Irpinia, del resto, il sindacato deve lavorare per chiedere alla classe politica ed imprenditoriale una svolta radicale, dal momento che stiamo assistendo ad una drammatica riduzione degli occupati (6000), a causa della crisi che sta colpendo il settore manifatturiero (auto, comparto tessile, agroindustria). Questo, mentre si registra una positiva inversione di tendenza nel settore edile. Sul versante dei servizi si deve giungere alla definizione del piano provinciale dei trasporti e soprattutto è doveroso assicurare una gestione efficiente ed efficace del ciclo dei rifiuti, soprattutto nel bacino del Cosmari Avellino 1. La Cisl rilancia quindi l’idea di un patto per l’Irpinia che veda protagoniste tutte le energie della nostra provincia, ivi compreso un nuovo protagonismo sociale della Chiesa. Occorre che le classi dirigenti meridionali, campane ed irpine soprattutto, sappiano imporsi per capacità e rigore morale, ponendo fine all’esperienza di governi oramai privi di legittimazione”.
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