In tal senso resta ancora irrisolto il caso del più volte annunciato passaggio di consegne tra Lettieri ed il gruppo messicano della famiglia Ribeiro. Un cambio di proprietà che alimenta non pochi dubbi in Fiordellisi. “Il progetto dei centroamericani non ci convince – spiega – né tantomeno ci è mai stato concesso un confronto formale che andasse oltre qualche dichiarazione a voce. Allo stato – avverte – pare purtroppo che conti solo la trattativa economica”. I Ribeiro sono infatti sì intenzionati a rilevare l’impianto ma sembrerebbero orientati a perseguire una politica di risparmio che salvaguarderebbe la sola attività di mobilitazione del tessuto, con il rischio di un ridimensionamento che a suo tempo fu valutato fino ad un allarmante 80 per cento. L’eventualità, inutile dirlo, porterebbe immancabilmente a drastici tagli occupazionali in un territorio già notevolmente martoriato dai colpi della crisi. Su questo rischio Fiordellisi è chiaro: “Dobbiamo assolutamente scongiurarlo. La situazione è già nota da tempo agli assessori regionali di riferimento, Andrea Cozzolino e Corrado Gabriele, e appena il quadro si sarà delineato bisognerà attivarsi per valutare quali siano le azioni da porre in essere”. Con il mercato ancora in pieno affanno ed il forte crollo dei consumi in atto il rilancio dei settore appare difficile ma per il segretario Filtea non tutto è perduto. Dall’attivazione di nuove sinergie che vadano oltre lo stesso distretto tessile, al riposizionamento di mercato nella fascia medio-alta, puntando decisamente sulla qualità di prodotto, passando per l’ipotesi di una vera e propria riconversione industriale, le proposte di Fiordellisi per il rilancio non mancano, a patto che il quadro si chiarisca quanto prima. Non è escluso che in quest’ottica si potrebbe fare luce proprio nel corso del summit del prossimo 26 marzo, dopo lo slittamento di ieri, che si terrà presso l’Unione Industriali con la presenza degli stessi dirigenti aziendali. “Tutto si deciderà nei prossimi mesi”, avverte Fiordellisi che individua nel periodo tra maggio e settembre la fase cruciale per il destino dell’opificio.
Intanto il sindacalista riporta l’attenzione su un altro allarme occupazionale: la scadenza dei provvedimenti in materia di ammortizzatori in deroga che continua a flagellare gli operai delle varie fabbriche irpine colpite dalla recessione nel comparto. “Uno stillicidio partito ad inizio anno – afferma – e per il quale sono più di 400 le persone in mobilità letteralmente espulse dal mondo del lavoro e senza nessuna prospettiva”. (di Eddy Tarantino)