Calcio – Tra congetture, veleni e sospetti… Pace tifa Avellino

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Nonostante la delusione per una retrocessione evitabile, Bruno Pace ricorda con piacere l’Avellino e la sua gente. Il tecnico abruzzese subentrò a Corrado Orrico sulla panchina biancoverde, ma per colpe non sue non riuscì a centrare l’obiettivo della salvezza. La sua squadra venne sconfitta 3 a 0 dal Chievo nell’ultima di campionato e chiuse al terzultimo posto con 43 punti. Ma anche quel campionato, come l’attuale terminò tra congetture, veleni e sospetti. Una retrocessione che valse il posto all’ex condottiero del Foggia che in caso di permanenza tra i cadetti aveva un accordo sulla parola con Sibilia per il rinnovo del contratto per altri due anni. Era il 9 maggio del 1996 e il lupo di Luiso, Criniti, Fioretti, Visi, Marasco e Nocera venne strapazzato al Bentegodi dalla piccola della B. Dai clivensi che si erano affacciati da poco nel calcio che conta. Questa volta sulla strada dei biancoverdi l’Albinoleffe, un’altra ‘giovane’ realtà che nel ‘round 1’ ha umiliato gli irpini, condannandoli al ritorno in C. Le due avventure sarebbero accomunate da presunti problemi economici, da ipotetici disaccordi in merito a premi salvezza. “Maledetto Dio Denaro”… questo è quello che ci verrebbe da dire. “Seguo sempre con grande piacere le partite dell’Avellino. Nonostante quel campionato sia finito con la retrocessione, sono rimasto molto affezionato all’Irpinia e alla sua gente. Ho visto la gara di Perugia e sono davvero dispiaciuto per l’esito. A mio avviso i biancoverdi sono arrivati a questa sfida con i nervi a fior di pelle. L’addio improvviso di Fedele, il silenzio stampa, che peraltro non condivido, lo spiacevole episodio che ha portato alla squalifica del campo nella sfida contro il Vicenza: tutti fattori che hanno fatto saltare le staffe ai ragazzi, che sono arrivati a questa sfida in una condizione psicologica non favorevole. Di fronte hanno trovato un avversario ben messo in campo che li ha puniti”.
Secondo lei quante possibilità ha l’Avellino di restare in B?
“Pochissime. Se la squadra è quella vista in campo sabato sono davvero ridotte al lumicino. Mi auguro con tutto il cuore di sbagliarmi e di poter festeggiare insieme a voi questa salvezza. Credo che per riuscire nell’impresa gli uomini di Colomba debbano segnare almeno un goal nei primi minuti, giocando tutti all’attacco. Tanto ormai non hanno più nulla da perdere”.
Vista la ‘mediocrità’ del campionato non pensa che questa squadra si sarebbe potuta salvare direttamente?
“Sicuramente questo è il torneo più scarso degli ultimi dieci anni e credo che gli irpini non siano inferiori ad altre squadre. Se penso che si è salvato il Pescara, che a mio avviso ha un organico molto più debole rispetto alla formazione biancoverde, mi mangerei le mani. Purtroppo sono stati persi troppi punti per strada, ma adesso è inutile piangere sul latte versato, bisogna programmare il futuro e cercare di risalire al più presto in B. La gente di Avellino merita più della cadetteria. Grande rispetto per l’Albinoleffe, ma il calcio ha bisogno di una squadra come quella biancoverde, con un tifo da A e che nonostante i tanti momenti difficili segue sempre con tanta passione i propri colori”.
Mister al termine di quel campionato si parlò di presunte spaccature all’interno del gruppo che portarono l’Avellino al declino, lo stesso sembra si sia verificato quest’anno. Ripensando a quella stagione non pensa che ci sia stato qualcosa di strano?
“All’epoca si dissero tante cose, ma non gli ho dato troppo peso. Poi a qualche anno di distanza e dopo un’attenta analisi forse c’è stato qualcosa che non aveva nulla a che vedere con il calcio. Ma adesso non voglio rifarmi al passato. Guardiamo a questa gara con l’auspicio che l’Avellino riesca a compiere il miracolo”.(di Sabino Giannattasio)

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