A 48 ore dai fatti di Fc Avellino-Paolisi, gara sospesa al quarto d’ora della ripresa per motivi di ordine pubblico, la società ospitante, presieduta da Gerardo Galluccio, ha diramato la seguente nota stampa, comprensiva di foto, per far luce sull’accaduto.
Dobbiamo raccontare la cronaca della partita di ieri partendo dal minuto 11 della ripresa, quando il signor Gianluca Nocera di Nocera Inferiore, espelle Donniacono del Paolisi per doppia ammonizione.
È sempre difficile commentare qualcosa che esula dal contesto puramente calcistico, né vogliamo in alcun modo entrare in polemica, ma siamo costretti a prendere posizione contro i “titoloni ad effetto” degli articoli di qualche testata on line, per tutelare l’immagine di questa società.
Stavolta è doveroso!
Vogliamo chiarire che le testate ed i giornalisti non c’entrano nulla, perché evidentemente (anzi sicuramente) la notizia a loro è stata fornita già distorta ma, a volte, un po’ di buon senso o, semplicemente, un riscontro con una semplice telefonata a qualunque dirigente della società ospitante, non avrebbe fatto di certo male.
A chi ha fornito la notizia, chiediamo che interesse sportivo avrebbe una squadra in vantaggio numerico (e con 35 minuti di gara da disputare) a far sospendere la gara per aggredire un calciatore espulso.
Nel calcio esiste un principio, incontrovertibile, che è quello dell’interesse sportivo, proprio come la regola del rigore che viene fatto ribattere: si applica soltanto se chi ne beneficia ha l’interesse opposto a quello di chi commette l’infrazione.
Nel caso di oggi, quindi, l’unica a beneficiare, sportivamente parlando, della sospensione definitiva della gara è la società del Paolisi.
Vogliamo, inoltre, chiedere come deve essere rubricato, interpretato, giudicato (questa volta si!) il gesto di un calciatore (tale Vincenzo Russo, in campo con il numero 7) che, dal campo, si disinteressa di giocare ed aizza i propri tifosi istigandoli ad intervenire, mettendo a repentaglio l’ordine pubblico.
Abbiamo anche voglia di chiarire che, sotto il profilo strettamente sportivo, l’eventuale aggressione ad un calciatore espulso (per di più avvenuta all’esterno del rettangolo di gioco) non pregiudica in alcun modo il risultato della gara, poiché lo stesso calciatore già non fa più parte della contesa.
Abbiamo ancor più voglia di specificare che, sotto il profilo giuridico, chiamare un’ambulanza per farsi curare (anche solo per la paura provocata dalla situazione) è legittimo e doveroso: se, però, il medico di bordo non riscontra alcunché e chiarisce che non bisogna affermare di essere stati aggrediti con tre pugni al volto, poiché non c’è compatibilità con i parametri riscontrati, (oltre alla completa assenza di lesioni, graffi od ecchimosi) è inutile cercare di andare altrove (ad esempio al “Rummo” di Benevento) per cercare di farsi refertare: se capitasse, per assurdo, una cosa del genere, (che siamo sicuri non sia capitata) di sicuro verrebbe attenzionata dell’accaduto la Procura della Repubblica competente.
Vogliamo, infine, esprimere un libero pensiero: una squadra che lotta per il vertice dovrebbe essere abituata a vincere le partite sul campo, senza adoperare mezzucci alternativi per cercare di mutare quello che il campo stava dicendo…chiamiamola “clausola di stile”: la partita doveva essere portata a termine ma il Paolisi ha preferito abbandonare deliberatamente il campo.
Le foto pubblicate di seguito servono a documentare quanto accaduto all’allenatore del Paolisi, che ha dichiarato ad un’emittente televisiva che non ha visto il suo calciatore aizzare i propri tifosi; gli concediamo l’attenuante di aver parlato a caldo ma, molte volte, bisognerebbe dosare le parole o, se si è troppo nervosi, evitare di presentarsi dinanzi alle telecamere, per non rischiare di fare autogol come questi.
Un’ultima cosa: in caso di precedenti ben più gravi in casa propria, la morale (finta!) sarebbe da evitare.
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