Calcio – Porte chiuse al “Roca”, Iovino rivela: “Una norma può riaprirlo ai tifosi”

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Il dirigente irpino interviene sul tema dell’impiantistica sportiva invitando a prendere in considerazione l’agibilità temporanea del “Roca” di San Tommaso.

Non accenna a placarsi la querelle riguardante il campo sportivo “Annino Roca” di rione San Tommaso, negli ultimi mesi immerso in un vero e proprio vespaio di polemiche tra le società sportive che fruiscono dell’impianto ed il Comune di Avellino. La materia del contendere riguarda l’inagibilità della struttura, che costringe club dilettantistici come San Tommaso (Campionato di Eccellenza), Virtus Avellino (Promozione), Centro Storico e Galluccese (Prima Categoria) a disputare le gare interne a porte chiuse.

Una situazione drammatica che alla lunga potrebbe indurre le società di stanza nel popoloso quartiere del capoluogo a chiudere i battenti delle rispettive attività agonistiche a tutti i livelli, dalla prima squadra alle selezioni giovanili, su tutte la scuola calcio Hermes San Tommaso che raccoglie un ampio bacino di iscritti in molteplici fasce di età.

“Una norma però potrebbe sbloccare lo stallo” confessa Bruno Iovino, dirigente sportivo ed esperto di riferimento in ambito giuridico. “E’ l’articolo 4 del D.P.R. 311 del 2001 – spiega l’ex direttore generale di Nocerina e Grosseto – il quale prevede, in mancanza di una Commissione di vigilanza comunale, una relazione tecnica di un professionista iscritto all’albo degli ingegneri o dei geometri in grado di assicurare l’agibilità temporanea dei locali e degli impianti con capienza complessiva pari o inferiore a duecento persone. Naturalmente – aggiunge Iovino – ciò può essere ottenuto con il settore ospiti chiuso”.

Alla luce di questa disposizione, secondo Iovino “esistono tutte le condizioni giuridiche per adottare una soluzione temporanea in tempi brevi”. “Durante il periodo di proroga dell’agibilità – continua – si potrebbero eseguire tutti gli interventi di cui necessita l’impianto. Ad Atripalda, per il Valleverde, si sono già rifatti a questa norma con una tribuna chiusa al pubblico e l’altra destinata ad un massimo di duecento persone”.

L’appello. “Invito il consigliere delegato allo sport Giacobbe, il Coni e tutte le altre componenti a costituire un tavolo per discutere della questione e riflettere sull’applicazione della norma – dice Iovino – allo stesso tempo però è necessario che qualcuno si assuma la responsabilità di concedere l’agibilità alle condizioni elencate. Si faccia in modo – conclude – che il patrimonio sportivo di Avellino e provincia sia tutelato”.

 

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